Celtica scalda i motori per tornare nel bosco del Peuterey dal 1° al 3 luglio
L'organizzazione annuncia la data della 26ª edizione di Celtica ma mette le mani avanti: impossibile proporre il programma ricco di sempre in tre mesi di lavoro
Celtica scalda i motori per tornare nel bosco del Peuterey dal 1° al 3 luglio.
L’organizzazione annuncia la data della 26ª edizione di Celtica ma mette le mani avanti: impossibile proporre il programma ricco di sempre in tre mesi di lavoro.
Cadute le restrizioni «che avrebbero snaturato i principi fondanti della manifestazione», ossia il riconoscimento della libertà come valore assoluto «indipendentemente dall’origine razziale o etnica, dalle convinzioni religiose, dalle opinioni politi che e da qualsiasi altro dato sensibile correlato a scelte personali», il Clan della Grande Orsa può finalmente dire «Sì, Celtica Valle d’Aosta si farà!».
La possibilità di realizzare l’edizione numero 26 del festival di arte, musica e cultura celtica, però, si è concretizzata solo con il disegno di legge del 24 marzo, tre mesi e poco più prima dell’evento in programma dal 1° al 3 luglio.
«L’organizzazione di Celtica nella sua veste abituale inizia a ottobre dell’anno precedente» ricorda l’organizzazione, per questo motivo i tempi stretti di quest’anno «non ci consentono di ideare il considerevole programma artistico che ha connotato il Festival fino al 2019».
«Tuttavia, vi promettiamo fin da ora che lo spirito di Celtica Valle d’Aosta sarà presente e vivo, e verrà alimentato dal fuoco, dalla musica, dagli stage, dalle conferenze sicuramente anche dall’idromele e dalla birra» rassicura l’organizzazione.
Se mai nuove disposizioni legislative dovessero reintrodurre eventuali restrizioni «in palese contrasto con lo spirito della manifestazione, sarà nostra premura valutare tempestivamente il da farsi».
Nonostante tutto gli organizzatori si dicono «fiduciosi».
«Ci crediamo, così come ci credete voi. Dunque, segnate la data sul vostro calendario, attendete nuove comunicazioni e ricordate: Non vi sono estranei qui, solo amici che non abbiamo ancora incontrato».
(e.d.)