Consiglio Aosta: bagarre sulla solidarietà agli Alpini per i fatti di Rimini
Anche nel capoluogo la mozione, bocciata, della Lega crea un dibattito fiume
Finisce in bagarre la mozione che chiedeva al consiglio comunale di Aosta di esprimere solidarietà all’Associazione nazionali alpini alla luce di quanto avvenuto nell’ambito dell’adunata dello scorso maggio a Rimini.
Nell’occasione, infatti, tante erano state le donne a denunciare presunte molestie e violenze perpetrate dai partecipanti alla manifestazione, così come tante erano state le prese di posizione, anche pesanti, contro le adunate e l’associazione stessa.
La mozione
La mozione, presentata dall’alpino leghista Bruno Giordano, è stata rispedita al mittente dalla maggioranza, sollevando una lunga serie di distinguo e osservazioni sull’opportunità di esprimere solidarietà per fatti che avrebbero potuto mandare messaggi distorti alle donne, e non solo a quelle coinvolte.
Anche perché, di questi fatti, in fin dei conti, nell’iniziativa non c’era traccia, nemmeno nell’impegnativa che chiedeva di «esprimere la propria vicinanza all’Associazione Nazionale Alpini riconoscendone la valenza sociale, culturale, popolare ed identitaria».
L’iniziativa
Il proponente, Bruno Giordano, ha sottolineato di aver presentato l’iniziativa dopo «aver aspettato invano» una presa di posizione da parte «del sindaco di Aosta» nei confronti almeno della sezione rossonera dell’Ana, visto che «è cittadino onorario del Comune».
Giordano ha ricordato gli oltre «250 mila euro raccolti negli anni al Marché Vert Noël», ma anche le tante iniziative portate avanti in tutto lo Stivale e in una città che «in ogni suo pezzo ci parla di coloro che sono andati avanti».
Ricordato come l’errore del «merchandising» nelle adunate e la vendita di «simil cappelli alpini» possono aver coinvolto persone che in quel contesto non centravano nulla, Giordano ha sottolineato come «noi abbiamo le spalle larghe e non abbiamo timore delle minacce di non far svolgere più adunate».
Essendo l’Ana «parte dell’essenza di questa città», l’ex sindaco ha continuato poi a richiedere un messaggio di «solidarietà».
Odorato il diniego, ha poi concluso.
«Non vi preoccupate, presto noi vecchi alpini poseremo lo zaino e sgombereremo il campo dal machismo, ma pensate bene se mantenere la cittadinanza onoraria – ha detto -. Questo non è un elemento divisivo, tanto che il sindaco di Rimini ha avuto il coraggio di invitare nuovamente l’Ana. Certo, i responsabili vanno individuati e processati, ma il fango gettato addosso al corpo meritava un minimo di solidarietà. Anche perché, cosa farete a settembre al raduno con Liguria, Piemonte, Lombardia e Chasseur Alpins? Sfilerete? Nessuno dice che non ci siano molestatori e io non ne faccio una questione di tatticismi: il problema è che la solidarietà ci dev’essere nei momenti giusti».
Il sindaco
Ha parlato di tema «molto delicato» il sindaco di Aosta, Gianni Nuti, che ha notato un «sincero patimento» nell’esposizione di Bruno Giordano, per «la risonanza avuta dai fatti sui media e su cui la magistratura sta indagando».
Il primo cittadino, però, ha sottolineato come la politica sia anche «questione di tempi, di quando si fanno le proposte – ha detto -. È difficile dire che l’amministrazione non abbia manifestato vicinanza e solidarietà nei confronti del corpo degli Alpini alla luce anche della sistematica collaborazione».
La volontà del sindaco, infatti, è quella di «mantenere vivo lo spirito del Corpo – ha continuato -, ma non c’è una necessità impellente di manifestare solidarietà. Purtroppo, quando si frequentano manifestazioni di corpo del genere, nascono fenomeni di aggregazione con altre parti di società che diventano a volte provocatorie e difficili da accettare. Tutti dobbiamo fare un’operazione di autosensibilizzazione culturale nelle nostre manifestazioni pubbliche; ci vogliono correttivi e nuove sensibilità».
E ha concluso.
«Attribuire agli Alpini comportamenti sessisti è una banalizzazione senza fondamento – ha terminato il sindaco -. Ma fare iniziative del genere, con questa tempistica, vuol dire marcare il territorio; noi non abbiamo bisogno di queste cose per lavorare con gli Alpini».
Il dibattito
A quel punto è partito il dibattito fiume
Il leghista Sergio Togni ha sottolineato come sia «il minimo sottoscrivere in maniera così neutrale un appoggio e un riconoscimento all’Ana – ha detto -. Sugli Alpini ci si può contare. Si può dire la stessa cosa all’inverso? Aosta è un caposaldo nella storia degli Alpini, ci vuole attenzione».
Paolo Laurencet (Forza Italia) ha rincarato la dose «con meno trasporto – ha evidenziato -, ma mi pare corretto fare propria la solidarietà espressa agli Alpini, pur essendo capaci di prendere le distanze da eventuali comportamenti riprovevoli».
Fabio Protasoni, capogruppo di Pcp, ha ricordato come «nessuno esprime dubbi intorno al valore degli Alpini – ha tuonato -. Se c’è necessità di affermarlo, ci vogliono fatti specifici come quelli di Rimini, che però voi non avete citato. Se è solidarietà generale e generica, noi questa l’abbiamo sempre data a prescindere».
E ha contrattaccato.
«Gli incidenti rappresentano un fatto grave – ha concluso Protasoni -. Ci sono responsabilità personali e non collettive, ma rimane il fatto che esprimere solidarietà nei confronti del soggetto organizzatore lascia forte preoccupazione. È come dire alle donne la prossima volta andate altrove, perché le istituzioni stanno da un’altra parte».
L’assessora alle Pari opportunità, Clotilde Forcellati, ha rincarato la dose.
«Un grande ringraziamento per tutto quello che fanno gli Alpini, ma non credo che la vera Ana abbia bisogno di solidarietà, perché sa che tutti noi siamo solidali e riconoscenti – ha detto -. Ma mi chiedo: cosa vuol dire solidarietà oggi? Io sono solidale nei confronti di una persona accusata ingiustamente e non è compito mio dire se i fatti siano avvenuti o meno».
Luciano Boccazzi (PCP) ha difeso «il tatto» utilizzato dal sindaco e ha ricordato come «siamo tutti solidali con gli Alpini, non mettiamo in discussione il loro valore, ma non strumentalizziamo per favore».
Giovanni Girardini de La Renaissance ha definito la mozione «fuori luogo», mentre Pietro Varisella (Alliance Valdôtaine) ha chiuso i conti: «Le premesse sono assolutamente condivisibili, ma l’impegnativa è banale – ha concluso -. Chi ha mai messo in dubbio la vicinanza? Condanniamo i fatti ed esprimiamo vicinanza, ma qui i fatti non sono nemmeno citati».
(alessandro bianchet)