Aumenti Co2: stop all’acqua frizzante anche in Valle
Scaffali sempre più vuoti anche nella nostra regione; sospese le consegne di acqua e iniziano a scarseggiare anche le bibite
Stop alle consegne e scaffali sempre più vuoti. Anche in Valle d’Aosta. Le case dell’acqua, invece, sembrano resistere. Insomma, colpisce duro anche la nostra regione la carenza di Co2, che ha portato numerose aziende produttrici di acqua frizzante a ridurre, se non azzerare, la produzione, così come le consegne nella grande e nella piccola distribuzione.
Le conseguenze sono facilmente visibili nei supermercati, dove gli scaffali non sono ancora vuoti, ma presentano ampi spazi vuoti che, peraltro, non verranno colmati, almeno a breve, visto che sono proprio sospese le consegne.
Il caso
Il caso era emerso a livello nazionale agli inizi di luglio, quando Sant’Anna, primo produttore europeo a brand unico, aveva denunciato la necessità di interrompere la produzione di acqua frizzante, in quanto i fornitori non garantivano più le consegne.
Molti, infatti, visti i crescenti costi, hanno deciso di ridurre o addirittura interrompere la produzione, dirottando le proprie energie sul reparto medico e sanitario.
Anche perché i prezzi sono a dir poco lievitati, passando da circa 2.000 euro a tonnellata a oltre 21.000 euro nel giro praticamente di un anno.
Una cosa simile si era già vissuto a fine 2021, ma le conseguenze, per lo più, erano rimaste limitate al Regno Unito.
La grande distribuzione
Ora, invece, gli effetti si fanno sentire forti anche qui da noi.
Se Sorgenti Monte Bianco spa, qualche settimana fa, in occasione dell’assemblea annuale di Confindustria Valle d’Aosta, aveva assicurato la continuità dei rifornimenti, lo stesso non si può dire per tanti altri marchi, come raccontano alcuni dei principali protagonisti della grande distribuzione nella nostra regione.
«L’acqua frizzante non viene proprio più consegnata in questi giorni – racconta la responsabile commerciale di Gros Cidac, Chiara Celesia -. Il problema è la mancanza di Co2, a quanto dicono, anche se non sappiamo se dietro ci siano anche altri aspetti, visto che le bibite, comunque, continuano ad arrivare. Probabilmente, avendo altri margini e grandi multinazionali alle spalle, riescono a reperire le scorte da altre parti».
Idee su possibili ripartenze al momento non ce ne sono.
«Non sappiamo nulla – commenta ancora Celesia -. Per altri prodotti la situazione si è ormai normalizzata, visto che sembrano rientrati i problemi relativi al confezionamento, ma su questo fronte non abbiamo notizie».
«Non arriva praticamente più nulla»
Sulla stessa lunghezza d’onda Giuseppe Stanca, proprietario di numerosi Conad in Valle.
«Non arriva praticamente più nulla di acqua frizzante, rimane solo qualcosa a marchio Conad e Monte Bianco, mentre, Valmora, Sant’Anna e Lauretana, per fare un esempio, hanno sospeso le consegne – rivela -. Dalle informazioni che abbiamo, si rischia di non avere più acqua frizzante per un po’ e iniziamo a vedere i primi impatti anche sulle bibite. Inoltre, iniziano a scarseggiare anche i ghiaccioli, di quattro marche che abbiamo nessuna ha consegnato».
E le previsioni non fanno sorridere.
«Lavorare così è complicato – conclude Stanca -, non so davvero cosa aspettarmi in vista dell’autunno quando potrebbe esserci anche un ulteriore aumento dei prezzi».
Le case dell’acqua
Appare tutto tranquillo, per il momento, sul fronte delle case dell’acqua, poco meno di una quarantina sparse per il territorio.
Tre di queste sono ad Aosta (via Clavalité, viale della Pace e piazzale Ducler) e sono gestite dalla Quendoz Services Ecologiques, distribuendo oltre 400 mila litri all’anno, per un risparmio stimato in circa 300 mila bottiglie annue.
«Non sono segnalati problemi»
«I nostri fornitori non ci hanno segnalato alcun problema e non riscontriamo nemmeno aumenti nei prezzi – evidenzia il titolare, Jean Louis Quendoz -. Il servizio per ora è garantito, così come i costi».
Conferma la situazione il direttore generale del Bim, Fulvio Bovet.
«Per ora non ci è stato segnalato nulla di particolare – evidenzia -. Ne abbiamo parlato anche nell’ultima giunta e non sono emerse problematiche. Poi è vero che il Bim finanzia la prima installazione e i Comuni gestiscono il resto, ma se ci fossero stati problemi l’avremmo sicuramente saputo».
(alessandro bianchet)