Idrogeno: Valle d’Aosta in prima fila, pronto progetto da 17 milioni di euro
L'idea, legata al trasporto pubblico, coinvolgerebbe Regione e Cva; intanto la Valle punta a diventare fossil fuel free entro il 2040, dieci anni prima rispetto al resto d'Europa
«Essere una regione fossil fuel free nel 2040, l’obiettivo è ancora più ambizioso rispetto a quello Europeo, la Valle d’Aosta punta ad essere in anticipo sui programmi continentali». Il tutto con un ruolo da protagonista nella rivoluzione dell’idrogeno.
Così Tamara Cappellari, coordinatrice del Dipartimento sviluppo economico ed energia della Regione, ha delineato il ruolo della Valle nel corso dell’incontro “Idrogeno: quale ruolo nella transizione energetica?”, ospitato al Jardin de l’Ange di Courmayeur.
Idrogeno anello mancante nella transizione energetica
Al centro dei ragionamenti dei conferenzieri, il ruolo dell’idrogeno che, secondo Enrico De Girolamo, direttore generale CVA, «può essere l’anello mancante, il completamento nel processo di transizione energetica – ha spiegato -. Proprio l’idrogeno può coprire quei settori difficili da trasportare sull’elettrificazione e sulle fonti rinnovabili tradizionali».
L’utilità dell’idrogeno
Di fronte a un pubblico incuriosito, Massimo Santarelli, coordinatore scientifico del CO2 Circle Lab, oltre a spiegare quanto l’idrogeno possa essere utile, variamente usabile, pulito, rivolge lo sguardo lontano.
«In Norvegia esiste una comunità che sta già sperimentando il suo utilizzo come esclusiva energia nella vita quotidiana – ha rivelato -. Per quanto riguarda i costi elevati di produzione, paradossalmente, creare in Patagonia idrogeno grazie al vento e poi trasportarlo costerebbe meno che produrlo in loco».
Valle in posizione avvantaggiata
De Girolamo riporta però a livello Italiano l’attenzione, sottolineando l’occasione da non lasciarsi sfuggire.
«Si è ancora in tempo a giocare il proprio know how nella produzione dell’idrogeno – ha esclamato -, mentre per le altre energie da questo punto di vista si è perso tempo. Così ora i riferimenti per l’acquisizione delle tecniche e delle competenze sono altri, non bisogna compiere il medesimo errore. La Valle è in posizione avvantaggiata nell’ipotesi di produzione di idrogeno verde, cioè che derivi da fonti rinnovabili».
Un progetto da 17 milioni
Tanto che, da un anno e mezzo, «stiamo analizzando idee – ha continuato De Girolamo -, anche se il ruolo dell’imprenditore è mettere in linea la produzione con l’eventuale domanda per non rimanere bloccati. Si sta studiando un progetto del valore di circa 17 milioni di euro da subito sostenibile, con il coinvolgimento della Regione e aziende di trasporto locali. Si tratterebbe di un circuito di dieci autobus legato a un nostro impianto già dimensionato con produzione coerente con la necessità».
Valle come esempio rappresentativo
Si descrive quindi la Valle d’Aosta come un possibile esempio rappresentativo.
«Può essere considerata un laboratorio da replicare in ampia scala» ha specificato il dg.
«Il territorio è piccolo, ha bisogno di sinergie, l’essere al confine ci consente una naturale comunicazione con i paesi limitrofi – ha concluso Cappellari -, ma la Valle può risultare un modello per la transizione energetica nel settore dell’idrogeno. Strumenti europei forniscono misure dirette o indirette al suo uso. Il piano energetico che punta al 2030 è un passaggio fondamentale per l’obiettivo della decarbonizzazione. L’idrogeno può essere importante per l’abbassamento e per l’abbattimento di settori difficili da migliorare».
(luca mauro melloni)