Pontboset, lo scuolabus c’è ma una bimba resta a piedi
Il trasporto scolastico è stato ripristinato ma l'unica bimba che frequenta la scuola dell'infanzia non può prendere il pulmino perchè non c'è l'assistente.
Pontboset, lo scuolabus c’è ma una bimba resta a piedi.
Il comune di Pontboset ha trovato una soluzione e dall’inizio dell’anno scolastico garantisce il servizio di trasporto a quattro bambini che frequentano la scuola primaria a Hône.
Resta esclusa dal trasporto, l’unica bimba residente a frequentare il primo anno di scuola dell’infanzia.
La questione scuolabus
Lo scorso anno, l’amministrazione comunale non aveva garantito il servizio poiché lo scuolabus era rotto e non più a norma.
Così, era stato riconosciuto un contributo perchè le famiglie interessate (5 famiglie per 6 bambini) provvedessero in modo autonomo al trasporto da e per Hône.
Quest’anno, il mezzo per il trasporto scolastico è disponibile, ma non si tratta di uno scuolabus vero e proprio – l’iconico mezzo giallo con la scritta scuolabus con seggiolini e cinture a misura di bambino.
Pontboset ha un nuovo scuolabus
«L’amministrazione comunale ha acquistato un pulmino Fiat Ducato 9 posti usato che è utilizzato per il trasporto scolastico – conferma il sindaco Paolo Chanoux.
Nelle nostre intenzioni vi era l’acquisto di un mezzo elettrico, ma sul mercato non era disponibile e per garantire il servizio, abbiamo optato per l’acquisto del pulmino».
Per i bambini che frequentano la scuola primaria, avere l’assistente non è un obbligo mentre lo è per i bimbi della scuola dell’infanzia.
Scuolabus sì ma una bimba resta a piedi
Motivo per cui una bimba di tre anni resta esclusa dal servizio.
Motivo di disagio per la famiglia anche perchè il fratellino frequenta la scuola primaria e usufruisce del servizio comunale.
Le parole della mamma della bimba esclusa dal servizio
«Il disagio c’è eccome – spiega Ramona, la mamma della bimba esclusa dal trasporto scolastico.
Significa che al mattino e alle 16.30 bisogna accompagnare e riprendere la bambina a scuola a Hône e cercare di organizzarsi con l’orario di lavoro, anche per lasciare il fratello (che frequenta la classe V alla primaria) allo scuolabus nei tempi giusti e per essere di ritorno a Pontboset per riprenderlo.
Cerchiamo di fare necessità virtù; mio marito cerca di accompagnarla al mattino, posticipando l’ingresso al lavoro e alle 16.30 ci penso io che lavoro part time.
E pensare che il posto sul pullmino ci sarebbe perchè i posti occupati dai bambini sono solo quattro, ma per legge è necessaria un’assistente per il trasporto che va evidentemente retribuita.
E infatti, dal Comune, mi sono sentita rispondere in modo scocciato che non sono disponibili altri 10 mila euro soltanto per la custodia di mia figlia.
Io capisco le necessità di cassa di un piccolo Comune, ma negare il servizio non credo sia la soluzione, soprattutto se poi ci si riempie la bocca sulla necessità di preservare le piccole scuole di montagna e favorire le politiche per le famiglie perchè non abbandonino i piccoli Comuni.
Oggi il servizio servirebbe a mia figlia, magari l’anno prossimo ad altri bambini».
Sull’ipotesi di riconoscere un contributo alla famiglia che non potrà contare sul trasporto comunale il sindaco Paolo Chanoux fa sapere «che al momento non è stata assunta alcuna decisione».
Nella foto grande in alto, il pulmino Fiat Ducato 9 posti utilizzato come scuolabus.
(cinzia timpano)