Archiviazione Egomnia: il presidente Bertin nel mirino della minoranza
Critiche sul suo «stringato commento» all'indomani dell'archiviazione di un fascicolo che aveva terremotato la scena politica valdostana
Pioggia di critiche in Consiglio Valle da parte dell’opposizione nei confronti del presidente Alberto Bertin. Il “tema caldo” era l’archiviazione dell’inchiesta Egomnia sui rapporti tra ‘ndrangheta e politica in occasione delle elezioni regionali del 2019.
Gli affondi dell’opposizione
Il primo a scagliarsi contro Bertin è stato Stefano Aggravi (Lega), il quale ha ricordato come «quando iniziò questo triste percorso, il consigliere Bertin, oggi presidente, ricordò che questa era innanzitutto una questione politica che riguardava tutta la società. Il presidente disse anche che non bastava inseguire un fatto di cronaca quando succede qualcosa e poi dimenticare con la solita velocità della memoria del pesciolino rosso. Visto che è sempre stato molto bravo a parlare di coerenza, a puntare il dito contro alcune forze politiche, io chiedo: avete parlato di questo in maggioranza, ha puntato questo indice in maggioranza? Ne ha fatto una questione politica?».
Critica anche Erika Guichardaz (Pcp), che ha aggiunto: «Ci stupiamo anche delle parole stringate dette dal presidente del Consiglio, che nel marzo 2021 quando si aveva avuto notizia del coinvolgimento del consigliere Testolin (Renzo ndr), aveva invece parlato di quadro sconfortante e inquietante. Chiediamo quindi al presidente Bertin se quelle parole oggi siano cambiate o se confermi quanto aveva detto. Riteniamo grave che siano sollevate accuse molto gravi, perché c’è una profonda differenza tra condotta etica e condotta penale».
E anche Mauro Baccega (Forza Italia) ha rincarato la dose: “Vi vogliamo mandare tutti in galera” diceva all’epoca il Movimento 5 Stelle che oggi non più presente su questi scranni. Il Presidente Bertin ha più volte sostenuto quanto dicevano i 5 Stelle, dimostrando solidarietà in questa direzione».
La questione politica
Si è invece scagliato contro la stampa e «un certo modo di fare politica» Aurelio Marguerettaz. Il capogruppo dell’Uv ha detto: «La magistratura faccia il suo lavoro, ma la politica cessi di speculare in modo infame. Io, oggi, me la prendo con la politica e con quella parte di stampa che, per qualche vendita o visualizzazione in più, fa dei titoli che descrivono la classe politica come una classe di farabutti. Questa è una speculazione politica. Chi è stato artefice di tutto questo? In gran parte la politica».
Sulle responsabilità della politica ha incentrato il suo intervento anche Carlo Marzi (assessore in quota Stella alpina): «La politica si trova sempre sola nei momenti in cui viene esposta al giudizio preventivo e sommario dell’opinione pubblica. Certa politica ha assunto un ruolo di sciacallaggio come strumento politico: si erge a giudice cercando di approfittare della debolezza altrui dimenticando che un politico che viene colpito da questo tipo di situazioni viene penalizzato nella sua attività politica e professionale e che questo si riverbera inevitabilmente sulle istituzioni».
E anche secondo Claudio Restano (Gruppo misto di maggioranza) «la magistratura ha il dovere di investigare e la politica non ha il compito di giudicare. Il suo ruolo è quello di amministrare e di programmare il futuro».
La replica di Bertin
Dopo i vari interventi, la parola è tornata al presidente Bertin, che ha replicato: «Non si può negare che questa vicenda penale abbia creato le condizioni per uno scioglimento anticipato di questo Consiglio: un fatto storico, mai accaduto prima».
Riguardo a Egomnia, «resta il fatto che tre anni per chiudere una vicenda siano assolutamente tanti: una giustizia con tempi così lunghi è di per sé ingiusta». Per Bertin, comunque, «resta anche una questione politica: la presenza della ‘ndrangheta in Valle deve essere contrastata in modo chiaro e senza impedimenti, innanzitutto dalla politica che non deve mai abbassare l’attenzione, dotandosi di tutti quegli strumenti a contrasto dei fenomeni mafiosi che da sempre cercano di condizionare i territori, di crearsi uno spazio in tutte le regioni, anche in Valle d’Aosta. Questo è un punto fermo che rimane al di là di ogni altra considerazione».
(f.d.)