Champoluc, via libera ai primi 3 milioni di euro per la viabilità alternativa
La Giunta regionale ha approvato la convenzione a favore del Comune di Ayas per ridurre il rischio idraulico del torrente; sì al monitoraggio valanghe a Peseun di Valsavarenche
Champoluc, via libera ai primi 3 milioni di euro per la viabilità alternativa.
Con la convenzione approvata lunedì 21 novembre la Giunta regionale autorizza la Struttura opere idrauliche e il Comune di Ayas a utilizzare la prima tranche di 3 milioni di euro per la realizzazione di una viabilità alternativa a Champoluc e ridurre il rischio idraulico del torrente Evançon.
Il costo complessivo dell’opera ammonta a circa 11 milioni di euro e cambierà radicalmente il volto del paese.
La somma messa a disposizione per la prima parte di lavori arriva dall’assestamento di bilancio approvato dal Consiglio regionale.
Rischio valamghivo
La Giunta regionale ha inoltre approvato il monitoraggio dei fenomeni valanghivi nel bacino di Peseun, in Valsavarenche, per 125 mila 172 euro.
«È necessario intervenire nel bacino valanghivo di Peseun a protezione della strada regionale della Valsavarenche, interessata negli ultimi anni da diversi distacchi nei pressi della frazione Pont» spiega l’assessore alle opere pubbliche Carlo Marzi.
«Per ridurre il rischio a protezione della strada, la struttura regionale Assetto idrogeologico dei bacini montani ha individuato il posizionamento di un sistema di monitoraggio del versante, che in caso di allerta consente di interrompere il traffico ponendo in sicurezza il tratto di strada regionale potenzialmente a rischio».
Sono interventi che permetteranno di mantenere aperta la strada, come quelli già messi in atto in altre zone della Valle d’Aosta.
Ne sono un esempio il sistema di radar collegato a impianti semaforici che regolano il traffico verso la Val Ferret, a Courmayeur, attivandosi per chiudere l’accesso in caso di necessità, e quello collocato a Gaby, sul fronte della frana dello scorso 6 maggio,che ha permesso di garantire il transito in sicurezza, fino al termine delle opere realizzate a protezione delle abitazioni e della regionale 44 della vallata del Lys.
«Lo sviluppo scientifico e tecnologico consente di poter affrontare i rischi naturali non più solo con imponenti e onerose opere di difesa, ma anche attraverso la prevenzione, con sistemi di monitoraggio e di controllo dei possibili effetti di frane e valanghe» aggiunge l’assessore.
«Si possono così attuare strategie di intervento più sostenibili da un punto di vista finanziario e ambientale che consentono, ove possibile, di assicurare i transiti e i collegamenti, e quindi di poter mantenere in esercizio le attività nelle aree montane più interessate da tali fenomeni» conclude Marzi.
(e.d.)