Museo di Scienze Naturali: il Castello di Saint-Pierre scrigno della natura valdostana
Questa mattina il Museo di Scienze Naturali Efisio Noussan ha aperto le porte per un'anteprima del percorso di visita che sarà inaugurato venerdì 25 novembre alle 16.30
Museo di Scienze Naturali: il Castello di Saint-Pierre scrigno della natura valdostana.
È la natura, con i suoi boschi, le sue acque, i ghiacci, le vette, i fiori, gli insetti e gli animali, la protagonista indiscussa del Museo di Scienze Naturali Efisio Noussan che è tornato nella sua casa, al Castello di Saint-Pierre, dopo 14 anni.
Questa mattina il Castello, di proprietà del Comune di Saint-Pierre, ha aperto il portone per un’anteprima del percorso museale che sarà inaugurato venerdì 25 novembre alle 16.30.
I commenti
«Una manna dal cielo» dice il sindaco di Saint-Pierre Andrea Barmaz, che dà «entusiasmo per rilanciare questo paese, che ne ha un bisogno nero, anzi roseo».
«Ipotizziamo diverse decine di migliaia di visitatori che cercheremo di tenere sul territorio, qui, in pochi chilometri quadrati abbiamo tanta roba, ossigeno puro» aggiunge Barmaz riferendosi all’altro castello, il Sarriod de la Tour, al priorato, alla Cofruits.
Il presidente della Regione Erik Lavevaz, presente in quanto assessore all’ambiente ad interim -«ho tenuto apposta l’interim per questa occasione, dalla prossima settimana vediamo…» scherza-, sottolinea come l’apertura del Museo sia un ulteriore passo nella restituzione al territorio, a un anno di distanza dalla Grande Ouverture del Castello di Aymavilles, «di un’opera d’arte: innanzi tutto il Castello che sarà parte delle rete dei castelli valdostani, e poi il suo Museo di altissimo livello».
Il restauro e riallestimento museale del Castello di Saint-Pierre ha visto un investimento totale di circa 10 mila 300 mila euro.
Il percorso museale
Il nuovo percorso museale si articola in 16 sale e 3 piani, che compongono un viaggio emozionale nella natura della Valle d’Aosta.
Si parte dalla Sala degli Stemmi con il grande camino, il pavimento in cementine e gli arredi originali, con una postazione multimediale che ripercorre le fasi di ricostruzione del castello e la successione delle casate, fino a raccontare gli scavi archeologici eseguiti durante i lavori di recupero dell’edificio che hanno permesso di datare il primo insediamento attorno al IX-X secolo.
A illustrare le varie sale la direttrice del Museo, Santa Tutino, e Francine Navillod, istruttrice tecnica della struttura Biodiversità, sostenibilità e aree naturali protette dell’assessorato.
Un percorso «purtroppo non totalmente accessibile alle persone con disabilità motoria» spiegano, dati gli ambienti particolarmente angusti e i sali scendi tra strette scale, che possono fruire delle prime due sale e di un video che racconta l’intero allestimento museale.
Il viaggio prosegue nella Sala delle differenze che spiega con diversi schermi, la ricca scala della biodiversità che passa dai vigneti e gli ulivi del fondo valle fino ai giardini botanici d’alta quota e ai ghiacci.
La Sala del tempo è il cuore del vecchio museo, qui si possono trovare imbalsamati l’ultimo orso cacciato nella Valdigne sul finire del 1700 e l’ultimo gipeto, prima della sua reintroduzione in natura, una coppia di lupi, un esemplare di cicogna, splendide farfalle e piccolissimi insetti.
Il percorso procede lasciando parlare le rocce, le montagne e il ventre di queste, le miniere.
Spazio poi ai due versanti della Valle d’Aosta, l’adret e l’envers, raccontati con immagini e video mapping su cartina in rilievo.
Il Museo dedica uno spazio poi agli Abbé savants, i preti che si sono dedicati alla scienza, alla ricerca e alla divulgazione, e a Efisio Noussan, colui al quale il Museo è dedicato, che sarà ricordato in una piccola saletta con un video e alcuni pezzi della sua collezione che saranno esposti.
Nelle Sale dell’acqua sono esposti alcuni diorami che rappresentano gli ambienti umidi di stagno, laghetto alpino e torbiera, mentre per la foresta si è pensato a una vera passeggiata tra alberi e arbusti, sul finire del giorno, accompagnati dai rumori del bosco e degli animali che lo abitano, un ambiente riprodotto a grandezza naturale, il pezzo forte, insieme all’ultima sala, del Museo.
Nella Sala della vertigine si dà spazio alle altezze, quelle dei volatili, degli stambecchi che si arrampicano su dritte pareti rocciose. Dalle pareti sbieche spuntano alcune teche con riproduzioni con la stampante 3D di piante e animaletti che vivono gli ambienti verticali e rocciosi.
Nelle sale 13 e 14 si può sedersi sui grossi massi -finti- e ammirare la vita di una prateria, nell’alta Valle di Champorcher, durante le quattro stagioni mentre nella Sala del gelo si entra nelle viscere di un ghiacciaio il cui circolo vitale è illustrato da alcuni video e raccontato dalla guida Ruggero Pellin.
Il viaggio nella biodiversità alpina della Valle d’Aosta termina nella Sala delle emozioni, con un video immersivo della potenza della natura nelle quattro stagioni, panorami spettacolari e voli d’uccello su boschi innevati o rossi d’autunno.
L’apertura
Il Museo di Scienze Naturali Efisio Noussan sarà inaugurato venerdì 25 novembre alle 16.30.
Praticamente tutte esaurite le visite gratuite in programma sabato 26 e domenica 27.
Il Castello rimarrà chiuso alcuni giorni per visite guidate a soggetti specifici, albergatori, operatori commerciali, che dovranno a loro volta raccontare il Museo agli ospiti.
Dal 3 al 31 dicembre apertura straordinaria del Castello di Saint-Pierre, dalle 10 alle 18, sempre su prenotazione, tutti i giorni, ad esclusione del 25 dicembre, alla tariffa agevolata di 7 euro (5 il ridotto, gratuito sotto i 6 anni e portatori di handicap).
Maggiori informazioni museoscienze.vda.it
(erika david)