Crisi demografica in Valle d’Aosta: nel 2050 potremmo ridurci a 100 mila residenti
Si è parlato di numeri e demografia nell'incontro organizzato dalle Fondazione Federico Chanoux e Giulio Dolchi
Crisi demografica in Valle d’Aosta: nel 2050 potremmo ridurci a 100 mila residenti
La crisi demografica non è una novità, ma gli scenari futuri non sono incoraggianti.
«Quanti e quali valdostani nel 2040 – la risposta demografica» è il tema dell’incontro organizzato questa sera, martedì 13 novembre alla bocciofila del quartiere Cogne.
L’incontro è stato organizzato dalla Fondazione Federico Chabod – presieduta dalla professoressa Gianna Bonis – e dalla Fondazione Giulio Dolchi presieduta da Alder Tonino «con l’obiettivo di riprendere temi d’attualità e ripercorrere la strada dell’approfondimento culturale» ha precisato Giovanni Sandri, consigliere della Fondazione Chabod.
Di demografia e previsioni ha parlato Dario Ceccarelli, capo dell’Osservatorio Economico e Sociale che giusto un paio di settimane fa, in occasione della presentazione della relazione socio-economica 2021-2022 aveva rilevato «per l’ottavo anno consecutivo, la diminuzione della popolazione, assottigliatasi di 5 mila persone dal 2014 a oggi».
«La popolazione aumenta per il suo movimento naturale, quando le nascite superano i decessi oppure per il saldo migratorio positivo o per la combinazione dei due fattori» ha commentato.
I modelli Istat offrono scenari diversi, da quello ottimistico, a quello pessimista a quello intermedio.
Ipotesi: 100 mila residenti nel 2050
«L’ipotesi è che la popolazione valdostana al 2050 possa ridursi a 100 mila residenti, rispetto ai 123 mila odierni» ha detto il dottor Ceccarelli.
Numero che potrebbe ottimisticamente arrivare a 119 mila.
«Ma la situazione non è incoraggiante» ha detto il dottor Ceccarelli, con una piramide dell’età che si capovolge; se nel 1952 era una piramide, oggi la struttura si rovescia, crescendo la popolazione anziana e riducendosi alla punta della piramide la popolazione giovane».
Crisi demografica che secondo il capo dell’Osservatorio Economico e Sociale riguarda tutta Italia e tutta Europa.
Crisi demografica dopo Lehman Brothers
Secondo il dottor Ceccarelli, «la crisi demografica in Valle ha subito un’accelerazione dopo la crisi causata dal fallimento di Lehman Brothers del 2008.
Prima si sono visti gli effetti finanziari, poi economici e poi sulla società, con un progressivo peggioramento dal 2012 in avanti».
Nella nostra regione, in grande evidenza il calo delle nascite.
15 anni fa i nuovi nati in Valle d’Aosta erano 1300 all’anno.
Oggi sono circa 750-800, con un numero di morti di circa 1500 persone.
Il saldo è negativo di 700 unità. Così da tanti anni; il trend in discesa è iniziato negli anni ’70.
Ne consegue un calo della popolazione scolastica; secondo lo scenario intermedio, nel 2036 potremmo perdere circa 3500 dei circa 17500 studenti di oggi (dal nido alle scuole superiori).
I dati Istat dicono che abbiamo perso attrattività, non ci premiano fenomeni migratori.
Altra questione è l’età lavorativa e l’assottigliamento della popolazione in età lavorativa che nel 2050, nell’ipotesi più pessimistica, potrebbe avere un crollo mostruoso arrivando a 53 mila persone.
Aumentano gli anziani, cala il tasso di fecondità e cala anche il tasso di fecondità degli stranieri che fino a oggi ci ha permesso di mantenere il saldo a galla.
L’approfondimento su Gazzetta Matin in edicola lunedì 19 dicembre.
Nella foto in alto, a destra, il dottor Dario Ceccarelli.
(cinzia timpano)