Riforma elettorale: rimangono i dubbi sul referendum consultivo
Terminate le audizioni in I Commissione consiliare restano i nodi da sciogliere
Riforma elettorale: rimangono i dubbi sul referendum consultivo. Terminate le audizioni in I Commissione consiliare restano i nodi da sciogliere.
La prima commissione Istituzioni e autonomia del Consiglio Valle ha concluso le audizioni sulla richiesta di referendum consultivo di iniziativa popolare sulla proposta di legge del Progetto Civico Progressista per la riforma del sistema elettorale valdostano, che prevede l’elezione diretta del presidente e della sua giunta. La richiesta di referendum consultivo è stata avvallata da 3.363 firme raccolte dal Cre, il comitato della riforma elettorale che è stato sentito ieri in commissione. Oltre ai promotori dell’iniziativa sono stati ascoltati anche due esperti, il costituzionalista Massimo Luciani e il professore Andrea Morrone.
«Questo percorso di approfondimento consentirà al Consiglio di decidere con maggiore cognizione di causa in merito alla richiesta di referendum consultivo- spiega il presidente della commissione Claudio Restano (gruppo misto) – i pareri dei professori Luciani e Morrone nonché tutta la documentazione saranno ora trasmessi al presidente del Consiglio per l’iscrizione del punto all’ordine del giorno di una prossima assemblea e saranno di supporto ai consiglieri per assumere una decisione in merito».
Per Restano, «l’analisi condotta dalla commissione ha fatto emergere – come già sollevato in aula- il nodo riguardo al quesito referendario. C’è poi un ulteriore dubbio che è quello di voler superare con una richiesta di referendum consultivo il giudizio di inammissibilità espresso dalla commissione per i procedimenti referendari sulla proposta di legge di iniziativa popolare in materia di elezioni regionali. Di diverso avviso il professor Morrone, consulente incaricato dal gruppo Pcp, per il quale, invece, il referendum sarebbe ammissibile e potrebbe essere articolato su tre quesiti».
«La tematica è delicata – spiega Restano – vista anche la presenza di due proposte di legge in materia di elezioni regionali depositate in Consiglio, cui se ne aggiungeranno con molta probabilità delle altre. Al di là della richiesta di referendum su di un singolo testo e di tutte le complicazioni amministrative che ne conseguono, il Consiglio si dovrà confrontare sulle varie proposte cercando di trovare un’ampia convergenza che riteniamo indispensabile per una norma di questa portata».
I pareri
Secondo Morrone la richiesta di referendum consultivo è legittima perché rispetta tutti i requisiti previsti dalla legge regionale del 2003 per la sua presentazione e il suo svolgimento e perché non esistono nella legge limiti di ammissibilità per un referendum consultivo. La legge afferma inoltre il dovere per il Consiglio regionale di deliberare in merito alla richiesta di referendum. Per quanto riguarda il quesito, secondo Morrone, deve essere formulato dal Consiglio in collaborazione con il comitato promotore del referendum. Il Consiglio deve individuare le materie omogenee su cui chiedere agli elettori di pronunciarsi. L’indicazione è di individuare tre materie omogenee: elezione diretta del Presidente della Regione, formula elettorale maggioritaria, parità di genere nella rappresentanza politica regionale.
Luciani, incaricato dall’Ufficio di presidenza del Consiglio di redigere un parere sul referendum, ha illustrato ai commissari il parere “riservandosi di integrarlo con gli elementi emersi in commissione e con ulteriori osservazioni”, senza quindi ancora depositarlo.Avrebbe comunque già evidenziato problemi legati all’ammissibilità della richiesta referendaria.
(re.aostanews.it)