Il questore Ivo Morelli lascia Aosta, «abbiamo lavorato per la sicurezza»
Da lunedì 9 gennaio la questura di Aosta sarà guidata da Carlo Musti, attualmente dirigente del Compartimento di Polizia ferroviaria di Verona e Trentino-Alto Adige. Morelli prenderà servizio a Piacenza.
Il questore Ivo Morelli lascia Aosta, «abbiamo lavorato per la sicurezza».
Arrivato in Valle d’Aosta nell’ottobre 2019, il prossimo 9 gennaio il questore di Aosta Ivo Morelli prenderà servizio a Piacenza.
Il testimone alla guida di Corso Battaglione sarà raccolto da Carlo Musti, dirigente del Compartimento di Polizia ferroviaria di Verona e Trentino-Alto Adige.
Ecco il bilancio del dottor Morelli, pubblicato nell’intervista di Gazzetta Matin di sabato 24 dicembre.
Questore Morelli, lei è giunto in Valle qualche mese prima della pandemia. Che città ha trovato?
«Poco dopo il mio arrivo ci siamo tutti trovati in una situazione mai vista prima a causa del Covid.
Affrontare l’emergenza è stata una sfida per tutti.
La città però ha risposto in maniera positiva e costruttiva, anche grazie all’ottima comunicazione fatta dalle autorità.
Come Questura abbiamo più volte richiamato la necessità di rispettare le regole e, anche grazie al lavoro della Digos, non ci sono state particolari tensioni.
Noi abbiamo cercato di far comprendere e accettare le regole, senza imporle».
Lei ha più volte portato il tema della sicurezza all’interno del Cosp, proponendo anche delle misure concrete.
«Abbiamo lavorato per implementare le attività di controllo del territorio e di prevenzione.
Questo era uno dei miei obiettivi e, anche grazie all’Amministrazione, siamo riusciti ad esempio a raddoppiare le Volanti.
Per quanto riguarda Aosta, poi, abbiamo mappato i luoghi che era necessario monitorare con più attenzione. In questo senso, ho anche richiamato la necessità di fare attenzione alla gestione dell’urbanistica.
In alcuni casi è stato sufficiente aggiungere delle reti e potenziare l’illuminazione per rendere un posto più sicuro.
Ovviamente, non abbiamo mai dimenticato anche l’attività repressiva e, soprattutto con la Squadra mobile, siamo intervenuti nei casi in cui erano stati commessi reati; dal furto della bici a delitti più gravi».
Sempre riguardo al Cosp, cosa ne pensa del fatto che la figura del prefetto in Valle d’Aosta sia rappresentata dal presidente della Regione?
«E’ un’anomalia rispetto alle altre regioni, ma è legata allo Statuto speciale.
Il presidente, con le funzioni da prefetto, ha rappresentato l’indirizzo politico del Ministero, mentre il questore si deve occupare degli aspetti più tecnici.
Come Cosp siamo sempre riusciti a lavorare e, secondo me, anche a migliorare la percezione dei cittadini riguardo alla sicurezza».
Cambiamo argomento: lei in questi anni ha emesso diverse interdittive antimafia…
«Dove c’è ricchezza, le infiltrazioni mafiose sono in agguato.
E’ così ovunque.
La ‘ndrangheta ha provato a infiltrarsi in Valle con modalità particolari, senza estorsioni o minacce, ma calandosi nelle strutture amministrative e politiche.
Gli amministratori pubblici devono ricordare che possono sempre appoggiarsi alle istituzioni».
Nella foto grande in alto, il questore di Aosta Ivo Morelli con gli operatori specializzati nel servizio di sicurezza e soccorso in montagna in uno scatto recente.
(federico donato)