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Aosta, rendiconto 2022: l’avanzo libero cresce a 21 milioni, ma è mangiato dagli aumenti dei lavori

Il documento pareggi a 110 milioni di euro; preoccupa il livello elevati dei residui, nonostante la task force per la riscossione dei crediti

Aosta, rendiconto 2022: l’avanzo libero cresce a 21 milioni, ma è mangiato dagli aumenti dei lavori
Franco Proment, Stefano Franco e Josette Borre

Un pareggio a quota 110.345.840, con un avanzo di amministrazione libero lievitato fino a 21 milioni 51 mila euro, ma che in gran parte sarà utilizzato per coprire gli aumenti di costo di numerosi progetti. Infine, residui attivi (crediti, per 27.695.687 euro) e passivi (debiti) ridotti in maniera considerevole, ma pur sempre elevati e a livelli di guardia, tanto da attirare il richiamo dei revisori dei conti e della Sezione controllo della Corte dei Conti.

Il tutto per un bilancio di un «ente sano». Queste le principali cifre del rendiconto 2022 del Comune di Aosta, approvato questa mattina dalla quarta commissione consiliare e ora atteso al passagio in aula della prossima settimana.

Il rendiconto

A snocciolare i dati del rendiconto è la vice sindaca con delega al Bilancio, Josette Borre, che ribadito quanto fatto nell’anno passato, che si andato ad aggiungere all’ordinaria amministrazione («ricordo gli oltre 20 mila accessi allo sportello del cittadino» ha sottolineato Borre), si concentrata sui numeri.

Il rendiconto 2022, come detto, pareggia a 110.345.840 euro, con entrate in aumento rispetto all’anno precedente.

L’Imu, ad esempio, è «tornato ai livelli pre-pandemia – ha spiegato Borre -, portando 12.4 milioni di euro» e discorso simile si può fare per l’addizionale Irpef (2.2 milioni di euro), che in proiezione dovrebbe arrivare a 2.5.

Invariati i trasferimenti dagli enti pubblici per il mantenimento dei servizi, il Comune ha ricevuto «alcuni finanziamenti non attesi durante l’anno – sottolinea la vice sindaca -. Dallo Stato sono arrivati 833 mila euro di ristoro contro il caro bollette e 520 mila euro per l’attivazione del cloud».

Il tutto per entrate che superano (104%) la previsione, anche alla luce dei fondi legati al Pnrr e ad Aosta in bicicletta (oltre 10 milioni), con un ribasso registrato solo dal capitolo alienazioni.

Le spese

Per quanto riguarda le spese, divise per missione, spiccano i 22.4 milioni di euro per Servizi istituzionali, generali e di gestione (95% dello stanziamento utilizzato), 4,68 milioni per Istruzione e diritto allo studio (95%), 1.9 milioni per le Politiche giovanili (93%), 736 mila euro per il turismo (solo il 75% utilizzato), 11 milioni per Sviluppo sostenibile, tutela del territorio e ambiente (91%) e oltre 3 milioni per Trasporti e diritto alla mobilità (84%).

«Si vede bene come sia più complesso l’impegno della spesa pubblica (in conto capitale) rispetto alla parte corrente, che ha una percentuale di impegno superiore all’86% – evidenzia Josette Borre -. La parte degli investimenti, purtroppo, ha tempi molto più ampi rispetto alla gestione ordinaria. In ogni missione, poi, c’è l’influenza dei fondi Pnrr, con interventi solo abbozzati o in fase di progettazione».

L’avanzo di amministrazione

Ancora una volta spicca l’avanzo di amministrazione dell’ente aostano, che vede la parte libera lievitare a 21 milioni 51 mila euro, aumentando di 2 milioni rispetto all’anno precedente.

«Sono arrivati diversi finanziamenti inattesi a livello statale – annuncia la vice sindaca -, per costi, come l’aumento dell’energia elettrica, che avevamo coperto (1.5 milioni in questo caso ndr) proprio con l’avanzo libero».

Avanzo che è spinto anche dal fondo dei crediti deteriorati «che costituisce un cuscinetto di sicurezza», dal milione di euro accantonato per i rinnovi contrattuali dei dipendenti e dai residui, che rimangono sempre elevatissimi.

«La parte di avanzo libero, nel 2023, ci permetterà di far fronte all’aumento dei prezzi per la realizzazione dei progetti Pnrr – evidenzia Josette Borre -, ma anche ad altri progetti che registrano aumenti “fisiologici”».

Maggiori interventi sono stimati per PinQua del Quartiere Cogne (4 milioni di euro), per la demolizione del grattacielo (altri 4 milioni circa), per il partenariato pubblico privato del centro Brocherel (4.9 milioni) e per il Bando di rigenerazione urbana del Quartiere Dora (2 milioni).

«Siamo in attesa di capire come si evolvono le cose – commenta ancora Borre -. L’avanzo, però, ci consente di portare a termine progetti che altrimenti non avremmo potuto concludere».

Residui alle stelle

Capitolo a parte meritano i residui, attivi e passivi.

«Alcune voci dell’avanzo sono state modificate in maniera significativa – rivela la vice sindaca -. Il fondo accantonamento per la copertura dei residui, infatti, è sceso da 14.8 a 12 milioni di euro».

E questo alla luce del lavoro fatto in materia di riscossione, che ha permesso di eliminare 3 milioni 340 mila euro di residui attivi e 4 milioni di residui passivi.

Il problema, però, permane e ha acceso i fari anche della sezione di controllo della Corte dei Conti.

Le casse aostane, infatti, contano ancora residui passivi per 18.530.548,94, ma soprattutto residui attivi per 27.695.687, 84 euro.

Di questi, 4 milioni sono legati trasferimenti correnti da amministrazioni locali, 3.2 milioni alla vendita di beni, 1.2 milioni per vendita ed erogazione servizi, 5.950.642 euro per la tassa di smaltimento dei rifiuti solidi urbani e 1,65 milioni all’addizionale Irpef.

La minoranza

E proprio su questo aspetto si è concentrata l’attenzione della minoranza, che si è espressa per voce di Paolo Laurencet di Forza Italia.

«Oltre alla distonia tra i servizi elencati e quello che si vede vivendo la città, mi interessano i residui – esclama Laurencet -. L’Organo di controllo ha evidenziato la lentezza nella riscossione e ha chiesto di intervenire senza indugio. Siamo soddisfatti che il centro unico di riscossione che abbiamo promosso funzioni, ma bisogna recuperare un trend che non appartiene solo agli ultimi anni».

Laurencet evidenzia poi un aspetto.

«Si parla di continuo della mancanza di personale e si nota come i dipendenti siano passati da 323 a 304 – spiega ancora -. Avete poi espresso più volte la volontà di esternalizzare, ma si nota anche come il costo medio dei dipendenti sia aumentato».

Come aumentate sono le «entrate tributarie – conclude -. Chiediamo uno sforzo maggiore ai cittadini, poi chiudiamo con un importo molto elevato di avanzo di amministrazione. Insomma, si chiede sempre di più e si dà sempre di meno. C’è chiaramente qualche difetto di programmazione».

I revisori

Mettono i punti sulle i il collegio dei revisori dei conti, formato da Jean-Claude Mochet e Gianni Odisio.

«Questo ammontare elevato di residui si trascina da anni e rischia di gonfiare eccessivamente l’avanzo di amministrazione, cosa rilevata dalla Corte dei conti per molti comuni – analizza Mochet -. C’è la necessità di arrivare pian piano a cancellare i residui più vecchi, ma senza perderli, tenendo a patrimoniale con maggior onere da parte degli uffici».

Uffici che però hanno fatto un lavoro «molto importante sui residui più recenti – spiega ancora Jean-Claude Mochet -. Notiamo un miglioramento, ma ci vuole un’attività più costante, anche se gli uffici sono oberati. Evidenzio che non ci sono problemi per pagare i debiti, ma bisogna attivarsi per farlo il prima possibile».

Gli indici di bilancio, però, parlano di «un ente sano, che però deve ritagliarsi più spazio per la gestione dei residui – conclude Odisio -. Serve un’attività importante sui residui attivi, la maggior parte delle volte la riscossione è troppo lenta».

(alessandro bianchet)

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