Lutto, il biathlon valdostano piange Lino Jordan
Biathleta, fondista, scialpinista, ma anche giocatore di fiolet, rabeilleur, allevatore e ballerino, Lino Jordan era «un personaggio» ricorda l'amico di sempre Carlo Favre
Il biathlon valdostano, ma anche quello italiano, è in lutto. È morto improvvisamente oggi, martedì 6 giugno, Lino Jordan, tra i pionieri della disciplina a livello nazionale e internazionale.
Classe 1944, originario di Saint-Rhémy-en-Bosses ma residente a Etroubles, Jordan ha partecipato a sei Campionati Mondiali e due Olimpiadi, a Sapporo nel 1972 e Innsbruck nel 1976.
Ai Giochi Olimpici di Sapporo collezionò un 40° posto nell’Individuale e un 10° in staffetta con Giovanni Astegiano, Willy Bertin, e Corrado Varesco. A Innsbruck 1976 si piazzò 7° nell’individuale e 6° in staffetta con Willy Bertin, Pierantonio Clementi e Luigi Weiss.
Dieci le medaglie, di metalli diversi, conquistate ai Campionati Italiani tra il 1971 e il 1980.
Il ricordo di un amico
«A Lino si deve l’inizio della storia del biathlon. Non solo in Valle d’Aosta, ma a livello nazionale e internazionale» dice Carlo Favre, altro grande degli sport invernali valdostani.
«Correvamo insieme, poi lui ha iniziato con il biathlon e io ho proseguito con il fondo – prosegue Favre -. Abbiamo fatto le due Olimpiadi insieme, era già atleta del Centro sportivo forestale, con Ivo Brunod, quando arrivai anche io».
«Ha fatto una gran bella carriera sportiva, è stato anche allenatore della squadra azzurra, atleta di sci di fondo, di scialpinismo, un supersportivo, giocava a anche a fiolet» aggiunge Favre.
Nel fiolet mancò il Bâton d’Or di poco, nel 1977, finendo secondo dietro al vincitore Daniele Olivier.
Allevatore e rabeilleur Lino Jordan era molto conosciuto in tutta la Valle d’Aosta. «Era quello che si dice un personaggio. Un grande amico» conclude Favre.
Nonostante l’aspetto burbero dato dalla fitta chioma e dal barbone bianco, famosa la sua foto con la barba ghiacciata che campeggiava sull’Agenda dello sciatore di qualche tempo fa e in un ingrandimento nella sede dell’Asiva, Jordan era un uomo di compagnia, un grande ballerino, che amava fare festa.
Il cordoglio dell’amministrazione regionale
Il presidente della Regione, Renzo Testolin, e l’assessore regionale allo Sport, Giulio Grosjacques, esprimono il cordoglio di tutta la Giunta regionale.
«Ha portato nel mondo il nome della Valle d’Aosta partecipando a sei edizioni dei Mondiali e a due Olimpiadi, a Sapporo nel 1972 e a Innsbruck nel 1976, oltre ad aver vinto 10 medaglie ai Campionati italiani» si legge in unanota.
«Con la scomparsa di Jordan la Valle d’Aosta perde non solo un grande atleta, ma anche un valdostano che ha dato lustro alla sua comunità, conosciuto nella regione anche per le sue doti di rabeilleur».
(erika david)