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  • Piano salute, con 19 emendamenti e 55 ordini del giorno l’approvazione slitta a domani
    L'ospedale regionale Umberto Parini
    Sanità
    di Erika David  
    il 20/06/2023

    Piano salute, con 19 emendamenti e 55 ordini del giorno l’approvazione slitta a domani

    La seduta pomeridiana di oggi interamente dedicata al dibattito sul nuovo Piano per la salute e il benessere sociale illustrato dall'assessore Carlo Marzi

    Sul nuovo Piano per la salute e il benessere sociale presentato oggi in Consiglio Valle sono stati depositati 19 emendamenti e presentati in aula 55 ordini del giorno, cosa che, insieme a un dibattito che è durato tutto il pomeriggio, ha fatto slittare le repliche e l’approvazione del documento a domani, mercoledì 21 giugno.

    Il nuovo Piano salute

    L’assessore alla Sanità Carlo Marzi

    L’assessore alla Sanità e politiche sociali, Carlo Marzi ha illustrato il Piano per la salute e il benessere sociale 2022-2025 sottolineando come «l’ultimo piano approvato fa riferimento al triennio 2011-2013 quindi è evidente l’urgenza di un nuovo Piano che colmi il divario per il welfare regionale per salute e benessere rispetto ai bisogni dopo il periodo pandemico».

    Marzi ha evidenziato le 5 macro aree – 4 tematiche e una trasversale – di cui si compone il Piano:

    1. la prevenzione al centro delle politiche per la salute e il benessere sociale
    2. una nuova rete territoriale dei servizi: ambulatori di medici di assistenza primaria e primaria in collegamento con le 4 case di comunità a media e alta intensità
    3. l’assistenza sanitaria ospedaliera
    4. la programmazione dei servizi sociali in una logica di welfare integrativo e generativo, la Giunta ha già approvato 10 atti
    5. la governance (trasversale) del sistema regionale per la salute e il benessere, valorizzando il capitale umano che opera in ambito sanitario e sociale.

    L’assessore ha sottolineato «è elemento sostanziale la piena attuazione dell’integrazione sociosanitaria, attraverso la realizzazione dei Punti unici di accesso (Pua), quale interfaccia per la manifestazione dei bisogni di assistenza sanitaria e sociale dei cittadini, comportando una necessaria collaborazione tra operatori della sanità e dell’ambito dei servizi sociali, imprescindibile per garantire una presa in carico globale e integrata dell’individuo. Anche la recente approvazione del Piano per la non autosufficienza 2023-2025 costituisce l’avvio di un percorso di strutturazione dei Livelli essenziali delle prestazioni sociali (Leps) per le fasce più fragili della popolazione».

    Marzi ha poi messo in evidenza le scelte già effettuate come

    «la costituzione di una Cabina di regia, per le funzioni in ambito sociale di competenza regionale, a composizione di rappresentanti regionali e a vario titolo coinvolti in base ai temi trattati, con particolare riferimento ai portatori di interessi, tra i quali gli enti del Terzo Settore;

    la costituzione di una seconda Cabina di regia, per le funzioni in ambito sociale di competenza degli enti locali, che sarà composta, con pari dignità, dai rappresentati della Regione e degli enti Locali, e in base alle necessità, da soggetti a vario titolo coinvolti;

    la realizzazione di un secondo Ospedale di Comunità, ulteriore rispetto allo standard numerico previsto dal decreto ministeriale, localizzato a Verrès, al fine di garantire la presenza di una struttura intermedia prossima alla popolazione della media e bassa Valle;

    la realizzazione di Case della Comunità, a bassa intensità assistenziale, in aggiunta allo standard numerico, al fine di garantire una maggiore capillarità e soprattutto la ricomposizione dei servizi esistenti, in modo più accessibile su tutto il territorio regionale; una evidenza circa possibili forme di contrattazione integrativa concernente il personale sanitario, sia dipendente che convenzionato».

    Il monitoraggio

    Ogni anno la Giunta regionale avrà il compito di approvare il Poa, Piano Operativo Annuale per monitorare risorse e disponibilità.

    Inoltre è previsto un tavolo di monitoraggio e valutazione del Piano che verifichi le azioni del Piano stesso.

    «La percentuale di risorse a disposizione per la sanità e le politiche sociali è al di sopra della media nazionale: con 407 milioni di euro, manteniamo attenzione nei confronti della comunità valdostana – aggiunge Marzi -. Abbiamo tanti problemi come li ha tutta la sanità nazionale, ma con i piedi per terra affronteremo le sfide di ogni giorno».

    Il dibattito

    Gli interventi della minoranza

    Stefano Aggravi (Lega VdA)

    Esprime dubbi il consigliere della Lega VdA Stefano Aggravi, tra i vari aspetti, per la riorganizzazione dei distretti.

    «Il Piano riorganizza gli attuali quattro distretti in due e mi chiedo se abbia davvero avuto senso concentrare circa il 70% dell’utenza all’interno di un solo Distretto, il primo, in cui Aosta e Plaine di fatto concentrano circa il 50% dell’utenza regionale».

    Aggravi sottolinea poi come «la spesa pubblica pro capite in Valle d’Aosta, nel 2019, si è rivelata superiore a quella media nazionale di 133 euro a persona, la quarta più alta a livello nazionale». Per la sanità privata « ogni valdostano spende privatamente circa 411 euro in più in un anno (1.040 euro contro i 629 della media nazionale). Bisognerebbe invece chiedersi se questo fenomeno può essere generato dalla “non adeguatezza del servizio sanitario pubblico a coprire l’intero fabbisogno regionale”. Insomma, un Piano vecchio e tanta confusione sotto il cielo» conclude.

    Per la capogruppo di Pcp, Erika Guichardaz, si tratta di «un piano pensato a silos, senza indicatori prospettici, con un approccio semplicistico alle singole patologie e alle strutture fisiche, con la visione dell’ospedale come una fabbrica di prestazioni e senza un cronoprogramma».

    «Manca un approccio trasversale che metta al centro la persona e i suoi bisogni, si fa un passo indietro rispetto all’ente strumentale per le attività di gestione dei servizi e degli interventi socio-sanitario, si parla di un contratto regionale quando tutte le regionalizzazioni sono un flop»aggiunge.

    «Un Piano fumoso, nessun cronoprogramma niente sulle risorse di dettagliato» dice il consigliere Mauro Baccega (Forza Italia) che evidenzia un «clima di lavoro conflittuale all’Usl, detto dal direttore generale Masismo Uberti e dati drammatici su dipendenze giovanili».

    Andrea Manfrin (Lega VdA)

    Per Andrea Manfrin (Lega BdA) è «un Piano che manca di concretezza».

    «Dopo un anno e mezzo arriviamo a un Piano che nasce già vecchio: 2022-2025 quando siamo già nella seconda metà del 2023». Il consigliere parla di «dati vecchi che vengono aggiornati tramite emendamento» e sottolinea come sia «mancato il confronto con le professioni sanitarie. Un Piano che così com’è non dà rispose».

    Secondo Pierluigi Marquis (FI) «Non è un metodo per raggiungere obiettivo concreti e sostenibili sotto il profilo dell’interesse pubblico ed economico».

    Christian Ganis (Lega VdA) parla della «sfiducia generale nel sistema organizzativo sanitario» data dallo sfruttamento dell’ospedale in periodo pandemico e sottolinea come «i nostri ordini del giorno, se votati dalla maggioranza, potrebbero completare al meglio questo documento».

    «Dov’è finita la nostra autonomia?» si chiede il consigliere Claudio Restano (Gruppo Misto), «pur investendo oltre 400 milioni di Euro all’anno nel settore, abbiamo rinunciato alla nostra particolarità e non abbiamo l’orgoglio di indicare un nostro modello».

    Claudio Restano (Gruppo Misto)

    Restano suggerisce «l’istituzione di un punto di primo soccorso all’Ospedale di comunità» ed evidenzia come manchi «ogni riferimento alla sicurezza degli alimenti e le bevande per l’alimentazione umana».

    «Siamo tutti capaci a elencare i problemi della sanità ma quello che interessa è trovare le soluzioni. Il piano avrebbe dovuto partire dai dati, analizzarli e poi presentare delle proposte concrete» è il commento di Paolo Sammaritani (Lega VdA).

    Gli interventi della maggioranza

    A difendere il Piano il consigliere, ed ex assessore, Roberto Barmasse (Uv): «all’Usl spetta la gestione sanitaria, all’assessorato il ruolo di programmazione».

    Roberto Barmasse (Uv)

    «Questo è stato il principio che ha ispirato la stesura del documento con cui si è voluta descrivere una proposta di sviluppo a medio-lungo termine del sistema dei servizi sociali e sanitari nella nostra regione (che manca da 10 anni) e non di immaginare degli interventi finalizzati unicamente a risolvere problemi contingenti».

    Secondo Barmasse «l’elemento qualificante di questo documento è la riorganizzazione dei servizi territoriali in un’ottica socio-sanitaria integrata, che mette al centro il cittadino.  Auspico che, questo Piano – conclude -, che è rimasto all’esame della Commissione per un anno e mezzo, venga oggi approvato. I bisogni dei nostri cittadini non possono attendere ulteriormente i tempi della politica».

    Andrea Padovani (Fp-Pd), presidente della Quinta Commissione, evidenzia come il Piano sia «un documento partecipato, che mancava dal 2013, al quale i vari attori istituzionali, le cittadine e i cittadini hanno potuto dare il loro contributo attraverso la piattaforma di partecipazione democratica».

    Andrea Padovani Fp -Pd

    «Il Piano contiene tutto quanto necessario e quindi è un buon atto pianificatorio e siamo certi che sarà approvato perché utile alla nostra comunità – sostiene il capogruppo di Av-VdA, Albert Chatrian -. Il passaggio successivo consisterà nell’approvazione delle delibere applicative e di tutti gli atti necessari al perseguimento degli obiettivi».

    Il consigliere Uv Erik Lavevaz ha ricordato che «questo Piano è satto scritto in trincea, durante il Covid, con lo sforzo di immaginare la situazione in tempo di pace e ripresa. In questi due anni e mezzo – aggiunge -, la sanità è stata al centro della politica valdostana, non solo a causa del Covid, ma per una precisa scelta politica».

    Augusto Rollandin (Pla) pensa alle prime azioni da fare subito dopo l’approvazione del Piano «sarà urgente accelerare su una serie di questioni centrali per la nostra sanità, come la carenza di personale. Ci troviamo con organici ridotti, ma abbiamo investito risorse e tempo nella formazione di persone che poi ci lasciano per andare altrove. Dobbiamo introdurre dei correttivi per arginare questa situazione che ci danneggia due volte».

    In conclusione il capogruppo Fp-Pd, Paolo Cretier, ricorda che «in futuro l’ospedale non sarà l’unico luogo di cura nell’ambito del nuovo modello del sistema sanitario. Le modifiche strutturali e organizzative presenti nel Piano necessitano di grandi relazioni di fiducia tra équipe sanitaria e di continuità assistenziale, in un’ottica di rafforzamento del sistema multidisciplinare tra gli attori che partecipano alle complesse attività di cura e di tutte le figure che costituiscono il modello organizzativo futuro» conclude.

    La discussione del Piano proseguirà nella seduta di domani, giovedì 21, dalle 9.

    (c.t. – e.d.)

     

     

     

     

     

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