Droga in carcere con fionde e nascosta nelle parti intime
La casa circondariale di Brissogne
CRONACA
di Erika David  
il 19/09/2023

Droga in carcere con fionde e nascosta nelle parti intime

Inchiesta della procura di Aosta su un giro di droga e telefoni cellulari nel carcere di Brissogne

Volava nel cortile lanciata con una fionda, oppure nascosta nelle parti intime di donne che entravano per i colloqui o, addirittura, di uomini che si facevano arrestare di proposito, la droga al centro di un’inchiesta della procura di Aosta sul traffico nel carcere di Brissogne.

Un ultimo esempio, come riporta l’Ansa, riguarda un uomo, ai domiciliari a Cagliari per rapina che si è costituito ad Aosta dicendo di essere evaso.

Durante un controllo gli è stato trovato addosso, nelle parti intime, un tubo termosaldato con 30 grammi di hashish che avrebbe voluto introdurre nel carcere di Brissogne.

L’uomo però era intercettato ed è stato fermato prima.

L’inchiesta

Questo è uno degli stratagemmi usati per introdurre droga in carcere, al centro dell’inchiesta della procura di Aosta insieme all’utilizzo indebito di telefoni cellulari nella casa circondariale valdostana.

A coordinare le indagini, iniziate nel marzo 2022, del Nucleo investigativo regionale di Torino della polizia penitenziaria il pm Giovanni Roteglia.

Il lavoro svolto ha portato alla richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di nove persone.

La prima udienza, aggiornata a novembre, si è tenuta questa mattina, martedì  19 settembre.

Le nove persone a giudizio sono detenuti, italiani e magrebini, alcune donne, fuori dal carcere, con cui avevano una relazione.

Tra le droghe hashish e buprenorfina, farmaco oppioide.

Telefoni e fionde

Dalle intercettazioni si è potuto appurare che due detenuti, un italiano e un tunisino, combinavano al telefono con le ragazze all’esterno come introdurre l’hashish durante i colloqui.

Le donne nascondevano la droga nelle parti intime estraendola da sotto il tavolo mentre erano sedute di fronte ai detenuti, senza essere viste dalle telecamere.

Una di loro è stata arrestata nel febbraio scorso.

Durante l’inchiesta è inoltre emerso che la droga entrava dall’esterno anche grazie a dei lanci, probabilmente con una fionda, che superavano le mura atterrando nel cortile dove i detenuti la raccoglievano nell’ora d’aria.

Il lanciatore sarebbe stato un aostano di 45 anni, già noto alle forze dell’ordine.

(re.aostanews.it)

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