Conflitto Israele Palestina: le manifestazioni a sostegno di Gaza arrivano anche in Valle d’Aosta
In concomitanza con la protesta che si tiene a Roma nella giornata di oggi, i Giovani Palestinesi d'Italia e Bds Valle d'Aosta hanno organizzato un presidio all'arco di Augusto
Si infiammano le piazze arabe, da Beirut a Ramallah, da Tunisi a Tehran. Anche a Roma, nella giornata di oggi è prevista una manifestazione che si unisce al coro «Palestina libera». E il motto risuona anche in Valle d’Aosta.
Il presidio ad Aosta dei Giovani Palestinesi d’Italia e Bds Valle d’Aosta
«Perché un palestinese conta meno di un ucraino?», urlano dal presidio corposo che si è riunito davanti all’arco di Augusto ad Aosta. Molti i palestinesi presenti per la protesta, in mano stringono le bandiere dello stato in conflitto con quello di Israele da almeno 75 anni. Dal 7 ottobre, con l’attacco di Hamas allo stato ebraico, la miccia dell’odio si è riaccesa. Ma i protestanti lamentano il totale disinteresse della comunità internazionale per la causa palestinese.
Il presidio, organizzato dall’associazione dei Giovani palestinesi d’Italia e da Bds Valle d’Aosta (boicottaggio, disinvestimenti e sanzioni contro Israele), si è tenuto per chiedere lo stop dei bombardamenti su Gaza.
Il presidio per la pace tra Israele e Palestina
«La radice della violenza è l’oppressione, piangiamo chi ha perso la vita e ci impegniamo per un futuro dove ogni vita è preziosa, mai più significa mai più per tutti». Francesco Lucat, di Unione Popolare, tra gli organizzatori del presidio e membro di Bds Valle d’Aosta, legge al megafono la mail che l’associazione “Jewish Voice for Peace” gli ha inviato in risposta ad un suo messaggio.
«La Jewish Voice for Peace – si legge nella mail – chiama tutte le persone di coscienza a fermare l’imminente genocidio. Possiamo e dobbiamo fermare tutto questo».
Il messaggio di pace
Che un’associazione di ebrei americani si esprima perchè «le porte dell’inferno si aprano», riferendosi alla chiusura del valico di Rafah, unica via d’uscita verso l’Egitto di milioni di palestinesi sotto le bombe, è per Francesco Lucat, il simbolo di una volontà di pace. «La soluzione a due stati non si è concretizzata – sottolinea Lucat, riferendosi al tentativo fallito di far convivere pacificamente lo stato d’Israele e quello di Palestina – non so quale possa essere la soluzione, ma è fondamentale trovarla».