Femminicidi, Azzurro Donne: «L’Italia non può considerarsi civile se non ferma la strage»
La presa di posizione del coordinamento regionale del movimento femminile di Forza Italia
«Un Paese come il nostro, come l’Italia, non può considerarsi civile se non ferma la strage dei femminicidi». Lo scrive, in una nota, il coordinamento regionale di Azzurro Donne Valle d’Aosta, il movimento femminile di Forza Italia.
La presa di posizione di Azzurro Donne
Dopo gli ultimi fatti di cronaca, il più eclatante quello del brutale omicidio di Giulia Cecchettin, sono state tante le reazioni di forze politiche, associazioni e sindacati.
«Occorre un’azione corale che possa coinvolgere istituzioni, politica, forze dell’ordine, associazioni e famiglie affinché l’educazione al rispetto e all’affettività possa finalmente varcare anche la soglia delle nostre scuole, deputate oggi a formare i cittadini di domani – scrive Azzurro Donne -. Una piaga sociale, quella della violenza sulle donne, che non sta risparmiando nemmeno la Valle d’Aosta, dove anzi i numeri di questo fenomeno sono purtroppo in preoccupante crescita».
«Potenziare della rete regionale di supporto»
E ancora. «Oltre a chiedere il potenziamento della rete regionale di supporto alle donne vittime di violenza, salutiamo con soddisfazione l’approvazione all’unanimità oggi al Senato del disegno di legge che introduce modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e disposizioni per il contrasto alla violenza domestica, che tra gli aspetti oggetto di specifiche interlocuzioni con i nostri responsabili in sede parlamentare, prevede l’inserimento dell’educazione alla prevenzione e al riconoscimento della violenza contro le donne come parte fondamentale del programma di educazione civica nelle scuole, la costituzione di un nucleo di Polizia Giudiziaria specializzato nella trattazione dei procedimenti relativi a reati di violenza contro le donne e domestica e il potenziamento dell’attività di coordinamento tra gli attori sociali e istituzionali, soprattutto al fine di scongiurare un abbandono della vittima successivamente alla conclusione del processo».
(re.aostanews.it)