Aosta: ok al palaghiaccio da 22 milioni per 1099 posti; la minoranza lascia l’aula
Via libera del Consiglio al partenariato pubblico privato, che prevede la gestione del vincitore per 20 anni; opposizioni sulle barricate
Via libera al nuovo palaghiaccio da 22 milioni di euro, ma minoranze sulle barricate ad abbandonare l’aula. È il riassunto del consiglio comunale straordinario di Aosta che ha dato via libera alla definizione del partenariato pubblico privato che porterà alla realizzazione della nuova struttura e alla sua gestione per vent’anni.
Il voto
Nonostante le assenze di Antonio Crea, Pietro Varisella e Cecilia Lazzarotto, nonché l’astensione di Diego Foti e Luciano Boccazzi, la maggioranza è comunque riuscita a portare a casa il voto.
Spicca, però, l’abbandono dell’aula da parte della minoranza, «perché» per andare con Giovanni Girardini «non ci avete dato gli strumenti per valutare in serenità e il dossier rischia di apparire come una volontà di mettere in difficoltà chi verrà dopo».
Il partenariato pubblico privato
Con l’assessore ai Lavori pubblici, Corrado Cometto, a parlare di momento «importante per lo sport e in particolare per hockey, pattinaggio e curling», il consiglio comunale aostano ha votato per un partenariato pubblico privato del valore totale di 22 milioni di euro, con tanto di gestione ventennale della struttura da parte del soggetto vincitore del futuro bando europeo, il tutto con la dichiarazione di «pubblico interesse» dell’intervento.
Proposto spontaneamente dalla società Techné, con Iccrea Bancaimpresa (soggetti finanziatore) e Art on Ice (attuale gestore), il leasing in costruendo prevede un esborso totale di 14.878.484,64 milioni di euro (Iva esclusa), con tanto di prelazione per i proponenti nel caso in cui la gara non li dovesse premiare.
Per quanto riguarda il Comune, i soldi saranno “restituiti” con una maxi rata iniziale da 6 milioni di euro (in arrivo da mutuo o dall’avanzo di amministrazione), che ridurranno le rate del leasing, stimate in 738.335,83 euro Iva esclusa. Contando le spese di manutenzione (47 mila euro all’anno) e i 100 mila euro annui dovuti all’amministrazione per la gestione, il totale rateo annuale sarà di 747.509 euro (Iva compresa), cui aggiungere, dopo 20 anni, il riscatto finale da 1.487.848,46 oltre Iva.
Il palaghiaccio: la struttura da 1099 posti
Il futuro palaghiaccio aostano ospiterà un massimo di 1.099 spettatori (1.381 quelli attuali) in una struttura che, al piano terra, prevede il campo di gioco, una zona per noleggio pattini, servizi igienici e spogliatoi a servizio degli utenti.
Un’altra area ospiterà, invece, 6 spogliatoi per le squadre, più quello per gli arbitri, così da «poter ospitare anche tornei internazionali» illustra il Responsabile unico del progetto, Marco Framarin. A sud ci saranno locali per le società, un essiccatoio e due palestre.
Al primo piano, saranno ospitati uffici, due piste di curling «adatte anche a manifestazioni di alto livello» e due tribune (a nord e sud), con tanto di sala regia per le riprese tv.
Sul tetto saranno installati pannelli fotovoltaici e la struttura «avrà le più recenti tecnologie in materia di rendimento energetico e isolamento – spiega ancora Framarin -. I promotori certificheranno il palaghiaccio secondo le normative Leed».
Di fronte, poi, verrà abbattuta la vecchia struttura e sarà realizzato un nuovo parcheggio, ossia quello che sarebbe stato finanziato dall’importo di 1.5 milioni di euro sfumato dal Pnrr.
Il tutto dovrebbe andare a gara «nei primi tre mesi del 2024 – sottolinea Framarin -. Speriamo di poter essere operativi nella seconda parte dell’anno, per lavori che dureranno tra 12 e 18 mesi».
L’obiettivo è chiaro e spiega almeno in parte anche l’urgenza. Le Olimpiadi di Milano Cortina 2026 potrebbero portare qualche nazionale ad allenarsi, ma soprattutto il vecchio impianto è ormai giunto a fine corsa e qualsiasi intervento «avrebbe obbligato alla chiusa di almeno tre anni e allo “sfratto” delle 500 persone che vi ruotano intorno».
Le motivazioni
Il Rup Marco Framarin elenca poi le motivazioni alla base di questa decisione.
«È una proposta completa, anche se migliorabile in sede di gara (visto che l’appalto sarà a offerta economicamente più vantaggiosa ndr), magari con un impianto di teleriscaldamento utilizzabile anche per le altre strutture sportive (leggi piscina ndr.) – sottolinea Framarin -. Abbiamo valutato la possibilità, per il comune, di andare in appalto con contestuale ricorso a un mutuo integrale per coprire l’intera somma, ma oltre a portare una rata annua più elevata, qualunque rischio operativo sarebbe stato a nostro carico e non a carico del costruttore».
Per un risparmio stimanto in circa «2.200 giorni per la realizzazione e 4.8 milioni di euro».
Minoranza all’attacco
Non le ha mandate di certo a dire la minoranza, che ha poi lasciato l’aula al momento del voto.
Per Bruno Giordano (Lega), le perplessità riguardano innanzitutto «i tempi concessi per analizzare una delibera così complessa – dice -. Ci indebiteremo per 20 anni e circa 800 mila euro all’anno andranno a incidere sulla spesa corrente; chiederete poi agli assessori al Turismo e alla Cultura se sono contenti».
Giordano punta anche il dito sul ruolo marginale della Regione «che non mette fondi per evitare che il comune si impicchi» e riporta a galla un fatto. «Nel 2011 avevo trovato i soldi per l’impianto di co-generazione», ma poi si è deciso di fare altrimenti. «Questi avrebbero aiutato i gestori, visto che il palaghiaccio non era sostenibile e a quanto pare non di così grande interesse – conclude -. Ora ci dite che lo sport del ghiaccio è un business, staremo a vedere».
Giovanni Girardini de La Renaissance evidenzia come la minoranza sia stata messa al corrente «solo pochi giorni fa – esordisce -. Non ci sono tempi tecnici per votare una cosa con coscienza e intelligenza. Sconcerta, poi, che una cosa di interesse regionale sia svenduta a un privato, quando si sprecano soldi a destra e a manca. Questo progetto rischia di vendere l’anima delle future amministrazioni».
Sergio Togni (Lega) si chiede se esista anche «l’amministrazione in costruendo – sorride -. Stiamo esternalizzando tutto, a sto punto anche il consiglio».
Renato Favre (Forza Italia) evidenzia come «in 25 anni di consiglio non ho mai visto trattare in questo modo un dossier di questa rilevanza – esclama -. Noi dovremmo schiacciare un bottone dopo tre ore di analisi: si poteva fare decisamente di più».
La maggioranza
Evidenziato come i ritardi siano frutto di approfondimenti tecnici, la maggioranza difende l’opera.
Alina Sapinet, assessora allo Sport ammette come interlocuzioni con la Regione per l’interesse regionale del palaghiaccio siano in corso.
«Appena arrivati abbiamo dovuto chiudere il Palaindoor dislocando le varie attività – dichiara -. È una situazione sgradevole e non potevamo permettere la chiusura anche del palaghiaccio dal 31 dicembre».
Marco Framarin sottolinea come l’esborso in parte corrente sia «giudicato sostenibile – spiega -. Anche perché si crea valore e la struttura attuale costa 350 mila euro all’anno di gestione. Spaventa la gestione ventennale? Dovremo controllare bene, non come fa lo Stato con alcune concessioni».
Il sindaco, infine, scusandosi per i tempi stretti, chiude i conti.
«L’urgenza è dettata dalle esigenze di vincolo del denaro da parte della banca – conclude -. Bisogna dimostrare l’interesse pubblico affinché l’alleanza prosegua. Altre strade, purtroppo non c’erano, se non la chiusura in ogni caso per tre anni del vecchio palaghiaccio e la morte dell’ambiente sportivo a cui fa riferimento. I rischi? Ci sono, ma la sostenibilità, anche futura, è stata ponderata».
(alessandro bianchet)