TORX, il lunedì di Chardonney tra il tifo per Yuri Laurent, il numero magico di Giovanni Bracotto, la sofferenza di Peter Breuer, la determinazione di Corrado Distort, la concentrazione di Claire Bannwhart
Giornata intensa al ristoro di Champorche, dove transitano sia gli atleti del Tor des Glaciers che quelli del Tor des Géants
Il lunedì di Chardonney ha mille sfaccetture che confermano come il TORX sia un evento speciale.
Il tifo da stadio per Yuri Laurent
L’atmosfera nel punto di ristoro di Champorcher si fa rovente quanto arriva Yuri Laurent.
Il giovane gressonaro è sostenuto da amici e parenti, che lo accolgono con grandissimo calore.
«Grazie a loro è tutto più facile – ammette -. Non vedo l’ora di arrivare a Gressoney, sogno il traguardo di Courmayeur».
Il numero speciale di Giovanni Bracotto
Per un cognein, indossare il pettorale numero 4061 è tutt’altro che banale.
«Quando ho visto che avevo sul numero l’altitudine del Gran Paradiso, ho pensato che non fosse un caso – dice Giovanni Bracotto, il guardaparco che ha chiuso 6 Tor des Géants -. Il ritiro al Tor des Glaciers non mi è andato giù e sono tornato per chiudere il cerchio».
La sofferenza di Peter Breuer
La notte sotto la pioggia ha lasciato tracce importanti negli atleti.
«Le prime 18 ore sono state durissime – confida Peter Breuer, geologo belga che da due anni vive con la famiglia a Ollomont -. Dopo Cogne ho grossi problemi, punto ad arrivare a Donnas per cercare di rimettermi in sesto».
La determinazione di Corrado Distort
A pochi minuti dai Cognati Volanti, con cui fa gara in parallelo, ecco Corrado Distort, al suo primo Tor des Glaciers.
«Sta andando molto bene, tranne il tempo che non possiamo comandare – spiega -. Con Diego e Andrea ci siamo conosciuti al Tor del 2018 ed è nata una bellissima amicizia».
La determinazione di Claire Bannwarth
Dopo le tre regine, ai piedi del podio provvisorio, a Chardonney passa la francese Claire Bannwarth.
«Sto bene – dice la minuta e determinata francese -. La notte è stata dura, però è passata e penso alla strada che ho davanti».
Pietro Teruggi, il VolonTor del Lago d’Orta stregato dalla Valle d’Aosta
I VolonTor in servizio al punto di ristoro attendono con entusiasmo gli aspiranti giganti, pronti a farli sentire un po’ a casa propria.
«Mi sono avvicinato al Tor anni fa perché ha partecipato mio genero – racconta l’appassionato piemontese -. Mi piacciono i modi diversi con cui i diversi atleti si avvicinano alla gara a seconda dei loro obiettivi. Oggi è stata una giornata tranquilla, da stanotte il lavoro aumenterà».
(d.p.)