Monte Bianco,valanga si stacca mentre scia: 50enne si salva grazie a airbag
Il racconto di Léo Loux, esperto free rider francese, che ha assistito e ripreso - suo malgrado - l'evento
Valanga a Punta Helbronner: sciatore tedesco sopravvive grazie all’airbag
Lo scorso mercoledì, una valanga ha travolto uno sciatore tedesco di 50 anni mentre scendeva su una delle piste più tecniche di punta Helbronner, sul Monte Bianco.
L’incidente è stato ripreso dalle GoPro di tre freerider francesi presenti sul posto, e che avevano giusto appena attraversato quel tratto.
Il freerider Leo Loux, testimone della valanga a punta Helbronner
Nel momento in cui la valanga si è staccata sotto agli sci del 50enne tedesco, Léo Loux e altri due compagni avevano le GoPro accese. Nel video che hanno catturano e che ci hanno gentilmente condiviso, lo sgomento sembra rapirli in un primo momento. Ma dura pochi secondi.
Il racconto di Léo Loux, «In questi momenti non c’è spazio per il panico »
«Quando l’uomo è scomparso nella valanga – ha raccontato Léo Loux, ripercorrendo quei tragici momenti -, sapendo cosa c’era più in giù (dirupi, uno dei quali di 50 metri), ho pensato che l’uomo non avesse possibilità di sopravvivere». I tre ragazzi, però, hanno mantenuto il sangue freddo e richiamato alla memoria tutte le loro conoscenze in materia di primo soccorso.
«Quando abbiamo iniziato a scendere ai piedi della valanga, dopo che ci siamo resi conto di quello che era successo – ha continuato Loux – pensavamo di dover recuperare la persona travolta sotto la neve. La discesa stessa è molto tecnica e pericolosa, quindi ci sono voluti 3-4 minuti per arrivare alla base della pista. Sotto una valanga, le probabilità di sopravvivenza calano drasticamente minuto dopo minuto, e dopo 10-12 minuti diventano quasi nulle. È stata una corsa contro il tempo per scendere velocemente, ma senza mettere noi stessi in pericolo».
L’airbag rosso tra la neve, un primo segno di speranza
Arrivati alla base, Loux e i suoi compagni di discesa hanno avuto un primo segno di speranza: l’airbag rosso della vittima, immobile nella neve. «Inizialmente, pensavamo che fosse sepolto sotto metri di neve – ha proseguito Loux -. Poi, l’abbiamo visto muoversi, il che significava che era cosciente».
Loux e i suoi compagni si sono organizzati rapidamente: «Abbiamo deciso chi avrebbe cercato la vittima usando il trasmettitore – ha spiegato Loux -, chi avrebbe chiamato il Soccorso alpino valdostano e chi avrebbe assistito il primo a trovare la persona. Quando siamo arrivati da lui, abbiamo eseguito una valutazione rapida senza muoverlo per evitare danni ulteriori e l’abbiamo isolato dal freddo per evitare l’ipotermia».
L’arrivo del Soccorso alpino valdostano
L’uomo, nel racconto del freerider francese, aveva perso gli sci durante la valanga e sentiva un forte dolore alla gamba, segno di una probabile frattura. «Non volevamo spostarlo e rischiare danni maggiori – ha aggiunto Loux- .Abbiamo aspettato pochi minuti prima che arrivasse l’elicottero del SAV». Elicottero che ha poi elitrasportato il 50enne tedesco in ospedale.
Léo Loux ha concluso il suo racconto sottolineando l’importanza dell’airbag e della preparazione tecnica. «L’airbag ha probabilmente salvato la vita dell’uomo – ha chiosato il francese, pensando anche alla loro di esperienza quel giorno. – Anche se ervamo passati dallo stesso punto solo pochi secondi prima del signore tedesco, non significava che eravamo al sicuro. La preparazione e l’attrezzatura giusta sono fondamentali in montagna».
(ar.pa)