Châtillon: gestione rifiuti non autorizzata, indagato il sindaco Camillo Dujany con altri 6
In qualità di privato, a Dujany viene contestato di aver smaltito senza autorizzazione circa 500 metri cubi di terre e rocce da scavo
Châtillon: gestione rifiuti non autorizzata, indagato il sindaco Camillo Dujany con altri 6
Sono 7 gli indagati di una inchiesta chiusa dalla procura di Aosta su una presunta attività di gestione di rifiuti (scarti di lavori edili) non autorizzata a Châtillon.
Tra gli indagati, in qualità di privato cittadino, anche l’ingegnere e attuale sindaco di Châtillon, Camillo Dujany.
Il sindaco di Châtillon, Camillo Dujany
Le condotte contestate sarebbero iniziate nel marzo 2023 e le indagini della stazione del Corpo forestale di Châtillon, coordinate dal pm Giovanni Roteglia, sono scattate nel 2024.
Indagato il sindaco Dujany
A Dujany, la procura contesta di aver smaltito senza la documentazione necessaria – la “dichiarazione di utilizzo” – circa 500 metri cubi di terre e rocce da scavo. Il materiale sarebbe provenuto da un cantiere in un immobile della famiglia di Dujany, per il quale lo stesso ingegnere era committente e direttore dei lavori.
Le terre e rocce da scavo sarebbero state trasportate in un terreno per il quale era stata presentata una “scia” (segnalazione certificata di inizio attività) per una bonifica agraria. Dagli atti relativi a questo intervento è poi emerso che il tecnico era un collega di studio dell’ingegner Dujany.
Gli altri indagati
Tr agli altri indagati ci sono i proprietari del terreno dove era in corso la bonifica agraria, due colleghi di studio dell’ingegner Dujany e due impresari edili.
Le indagini
Gli inquirenti stimano che sul terreno sono stati smaltiti tra i 2.200 e i 3.300 metri cubi di materiale senza autorizzazione. Tra questi, 200 metri cubi sono stati riferibili a uno dei due impresari edili e 450 metri cubi a all’altro.
A dare il via agli accertamenti era stato il controllo a un impresario di Courmayeur che stava trasportando senza autorizzazione terre e rocce da scavo verso il terreno di Châtillon.
Una volta emersi i primi nomi dei coinvolti, è scattata una maxi perquisizione, anche con l’accesso all’ufficio del Sindaco – sempre in qualità di privato – per acquisire i suoi dispositivi. I fatti sono stati ricostruiti anche sulla base di alcuni scambi di e-mail.
Gli indagati hanno facoltà di presentare memorie difensive e di farsi interrogare.
Il reato contestato prevede la citazione diretta a giudizio.
(re.aostanews.it)