Giornata del donatore di sangue e plasma: svelato ad Aosta il monumento della Fidas
L'artigiano di Charvensod Mimmo Minniti ha invece donato un bassorilievo al Centro Trasfusionale dell'ospedale Parini
Giornata del donatore di sangue e plasma: svelato ad Aosta il monumento della Fidas.
Dal cuore della montagna, al cuore degli uomini.
La Fidas valdostana ha inaugurato quest’oggi a mezzogiorno, il monumento al dono nella piazza Ducler, ad Aosta.
Patrizia Carradore presenta il nuovo monumento
«Oggi in occasione della Giornata mondiale del donatore di sangue e plasma, istituito nel 2004 i donatori di sangue della Fidas valdostana si uniscono idealmente a quelli del pianeta per esprimere gratitudine a quanti allungano il braccio alla vita per offrire speranza a pazienti e trapiantati – ha spiegato la delegata alle comunicazioni Fidas Patrizia Carradore che ha poi presentato il monumento: una pietra fornita da Perino Marmi che proviene dalla Valle di Cogne e simboleggia il nostro territorio, dalla quale escono tre braccia, la Fidas, la San Michele Arcangelo e l’associazione Silvy Parlato.
Lo svelamento del monumento
«Siamo molto felici della presenza di tante associazioni che testimoniano il loro affetto e ringrazio tutti i rappresentanti delle istituzioni religiose civili e politiche che rappresentano vicinanza e calore – ha detto il presidente della Fidas Rosario Mele -.
Ringrazio infine il questore e i colleghi che stanno svolgendo il servizio per garantire la sicurezza e il Coro AliAli che allieta questa cerimonia.
Questo rappresenta ciò che siamo da 18 anni: inclusione e senso di appartenenza».
Il dono dell’artigiano Minniti
Il dottor Pierluigi Berti tiene il bassorilievo insieme al presidente Fidas Rosario Mele, a destra Mimmo Minniti
Al mattino, al Centro Trasfusionale, l’artigiano di Charvensod Mimmo Minniti ha donato un bassorilievo che rappresenta il dono in un passaggio generazionale.
Il presidente della Regione Renzo Testolin ha testimoniato la vicinanza del Governo regionale.
«Mettere il cuore in ogni percorso di vita»
«Questo monumento rappresenta un simbolo che riporta quando lo si vede a delle sensazioni emozioni e doveri civici che chi fa volontariato ben conosce.
Sul monumento c’è una parola forte che è il cuore, qualcosa che uno mette nel percorso di vita e che permette di essere più sensibile e vicino agli altri dedicando parte del suo tempo e voglia di mettere del suo ha detto Renzo Testolin -.
Oggi siamo qui perché abbiamo un amico o conoscente o familiare che nel tempo ha potuto beneficiare del dono e non per dovere.
La nostra autosufficienza in tema di donazioni fa onore a coloro che promuovono il dono del sangue.
Dobbiamo essere orgogliosi ma non dobbiamo smettere di crescere e di coinvolgere i giovani in questo percorso».
(c.t.)