Allarme nell’oristanese per la diffusione della dermatite bovina
Roma, 2 lug. (askanews) – Sale alto il livello di guardia di tutto l’Oristanese sulla diffusione della dermatite bovina, la malattia che sta colpendo un settore che in alcune aree della Sardegna è trainante per i territori. Secondo gli ultimi dati forniti dal Servizio Sanità animale sono 4 nell’isola i focolai confermati al 30 giugno e 9 quelli sospetti. Tra le zone in allarme ci sono le aree di Arborea e di Oristano, altamente vocate all’allevamento bovino e che sebbene ancora fuori dai contagi temono l’espandersi dei focolai. Per fare il punto sulle azioni in campo e su quelle necessarie si è svolto oggi un incontro organizzato da Coldiretti nella sua sede di Oristano.
All’incontro hanno partecipato i vertici del servizio sanità animale della Asl di Oristano, Enrico Vacca, direttore del Servizio e Anna Paola Corda, coordinatrice delle attività di Prevenzione e Controllo Malattie Animali Trasmissibili. Dalla riunione è emersa la preoccupazione per un territorio come l’oristanese che vede un’importante realtà zootecnica bovina, con il settore bovino da carne presente in tutto l’oristanese e con il settore bovino da latte che ad Arborea ha il più importante centro d’allevamento di tutta la regione.
“È fondamentale arginare la malattia – sottolinea il presidente provinciale di Coldiretti, Paolo Corrias – e scongiurare situazioni che possano compromettere due settori strategici, trainanti e ormai noti in termini di qualità grazie soprattutto al grande lavoro fatto sulla genetica in questi anni dai nostri allevatori”. Il direttore Emanuele Spanò, ha sottolineato che gli allevatori “in questo momento si trovano a fronteggiare una criticità in costante evoluzione, visti i 4 focolai accertati ad oggi e i 9 sospetti, che rischia di compromettere più settori economici vitali e importanti per la nostra regione. Rilanciamo sulla necessità di una strategia chiara e concreta di medio-lungo termine perchè si deve accelerare sia su vaccini che sulle azioni di contenimento pensando anche ai repellenti e agli aiuti regionali per supportare allevatori”.
Durante la riunione il direttore del Servizio Sanità Animale, ha sottolineato la necessità “di adottare misure di biosicurezza per ridurre il rischio di introduzione, sviluppo e diffusione del virus, mediante il controllo e la limitazione degli ingressi in azienda di persone, animali e veicoli se non strettamente necessario, l’isolamento degli animali sospetti o malati, l’isolamento degli animali di nuova introduzione per un periodo sufficiente di osservazione (quarantena), l’utilizzo rigoroso di aghi monouso, l’utilizzo di antiparassitari, insetticidi e insettorepellenti sui mezzi di trasporto, attrezzature, ambienti e animali”.
Secondo le informazioni rilasciate oggi sulla base dei dati dell’Anagrafe Zootecnica in Sardegna al 31 dicembre 2024 erano presenti 9.189 allevamenti per 279.113 capi. I numeri rilasciati dal Servizio Sanità Animale Asl Oristano, parlano inoltre di una consistenza del patrimonio zootecnico bovino in provincia, di 1.238 allevamenti bovini, per un totale di 61.730 capi. Di questi 1.055 aziende sono all’aperto o estensive (Totale capi: 24.749) e 183 stabulate o intensive (Totale capi 36.981).