Aosta: palloncini al cielo e le note di Jovanotti per l’ultimo saluto a Franca Angela Aiello, «anima bella e buona»
Un mare di persone alla chiesa di Sant'Orso per i funerali della 58enne morta in un incidente sul Grand Tournalin
Palloncini colorati al cielo. Le note delle canzoni di Jovanotti. Uno striscione sul sagrato, tanti fiori. Un mare di persone. Così Aosta ha salutato per l’ultima volta Franca Angela Aiello, 58 anni, morta domenica in un incidente sul Grand Tournalin. Presidente della cooperativa Les Relieurs, Franca Angela Aiello era molto conosciuta e stimata in Valle d’Aosta.
Oltre 500 persone si sono ritrovate alla chiesa di Sant’Orso, per accompagnarla nell’ultimo viaggio e stringersi intorno alla famiglia.
L’ultimo saluto a Franca Angela Aiello
«La morte ci riunisce oggi per dare l’ultimo saluto, ma anche una testimonianza di affetto, sostegno alla famiglia – ha detto don Aldo Armellin nel corso dell’omelia -. Un gesto di sostegno e consolazione per i familiari sapere che la nostra sorella era così ben voluta, apprezzata e stimata nella sua vita. ll Signore non ci restituisce i nostri cari, ma ci dà la forza per guardare con speranza, con coraggio e fiducia al cammino che ci sta ancora davanti».
Il sacerdote ha riflettuto sull’incidente di domenica. «È una tragedia che lascia stupiti, ci interroga, sono quelle morti che ci producono turbamento, perché una persona ancora nel pieno degli anni deve finire così il suo cammino di vita? Perché una persona che esce di casa e che magari ha ancora delle cose da dire, non parla più? Ci sono degli “eccomi” gioiosi nella vita e altri dolorosi. Solo la fede ci permette di dire questo “eccomi” pieno di fiduica, anche se non lo capiamo».
Quell’amore per la vita, la forza di superare la malattia
Durante l’omelia, don Armellin ha ricordato quell’«amore per la vita accompagnato per il suo lavoro. Le 24 ore della giornata non bastavano mai, era sempre attiva, sempre pronta, sempre capace di offrirsi, donarsi. La nostra sorella ha testimoniato questo grande amore per la vita e il suo lavoro, non uno qualunque, ma aperto alla solidarietà, all’amore verso gli altri. Il secondo aspetto era legato a questa voglia di vivere è anche il superamento della malattia, che l’ha portata con tutte le sue forze a guarire, a dire “voglio vivere”. Questo desiderio di vita, di amore, lo ha trasmesso anche nell’amore verso la natura, verso la montagna. Quella montagna che è stato il suo punto di arrivo».
Il figlio Simone: «Eri il nostro sole»
Al termine della funzione, i familiari hanno voluto ricordarla.
Il primo a parlare è stato il figlio Simone.
«Tutta questa gente, questi colori dicono chi fosse la mamma.A te, come titola la canzone del nostro Jovanotti, a te che eri sempre presente, nonostante tante volte ci dividessero tanti chilometri; a te che eri il mio porto sicuro nel mondo; a te che eri il nostro sole che illuminava le nostre giornate; a te che il 15 aprile abbiamo cantato e ballato al concerto di Jova; a te che eri la cuoca più brava del mondo; a te che con la tua forza riuscivi sempre a strapparci un sorriso».
Il figlio Simone: «Eri una donna piena di luce ed energia»
E ancora. «A te che dopo un anno esatto dall’operazione hai scalato un 4.000; a te che quando partivo o dormivo a casa tua mi facevi sempre trovare un biglietto, li ho conservati tutti; a te che con una semplice carezza facevi passare tutto; a te che eri una donna piena di luce ed energia; a te che mi hai trasmesso quella voglia di vivere, che solo tu avevi; a te che solo sentendo il tono della mia voce capivi il mio stato d’animo; a te che insieme a papà avete insegnato a me e Nicky i veri valori della vita, il rispetto, l’educazione, la gentilezza; a te che eri un arcobaleno, ma anche un mazzo di fiori più colorato e profumato del mondo; a te che eri un essere speciale, un’anima buona; a te, ragazza magica, scrivo queste parole, perché mi sento un ragazzo fortunato ad averti avuto al mio fianco per 28 anni, farò di tutto per continuare a essere quel figlio di cui eri tanto orgogliosa».
Il ricordo del fratello Gaetano
«Fino all’ultimo minuto non sapevo se avrei detto qualcosa e come al solito la sua energia è arrivata da questa parte – ha esordito il fratello Gaetano -. Ti invito a guardare quanta gente c’è, sappiamo benissimo il motivo che c’è. Non ti risparmiavi mai, era la tua autocarica, che alimentavi così, non andavi mai in risparmio energetico. La batteria era sempre a 99. Quello che è successo domenica ci fa capire quanto siamo indifesi, vulnerabili. Anche domenica hai raggiunto quella vetta, alle 13.06 hai spedito due fotografie dalla cima, sorridente come non mai, anche questa volta ce l’avevi fatta».
Il ricordo
Un ricordo commosso è stato letto insieme all’altro figlio, Nicholas. «Gli angeli esistono, a noi è capitato di incontrarne uno, è entrata nelle nostre vite in punta di piedi e da allora non ci ha mai lasciati, portava con sé un modo di essere che andava oltre tutto. Un esempio raro di autenticità, di amore, libertà. Ora che è volata in cielo ognuno di noi si trova a raccontare il proprio pezzo con lei. Unico e speciale, perché con lei nulla era comune, tutto era straordinario. Ci hai lasciato sbigottiti, come dentro un sogno. È arrivato un angelo e ha lasciato dentro di noi la voglia di vivere pienamente, di amare senza riserva, di come e quando vivere e come quando andare».
Quindi, la parola è passata a Nicholas: «Il tuo messaggio è chiaro, potente, profondo, vivete al massimo, apprezzate l’essenziale, amate la vita e chi vi sta accanto. Ci mancherai immensamente anima bella, porteremo con noi il tuo sorriso, la tua vita. Grazie per quello che ci hai lasciato, per l’amore, la forza, la gioia».
La nipote Alessia: «Ovunque andavi lasciavi il segno, eri una forza»
L’ultimo intervento è stato quello della nipote Alessia.
«Oltre che una mamma, è sempre stata una zia, un’amica o una mamma, una compagna per chiunque l’abbia incontrata – ha ricordato -. Di solito eri tu quella dei bigliettini a sorprese e delle letterine da strapparti un sorriso, noi siamo qui tutti e di ridere nessuno ne ha voglia, ma tutti sappiamo che non avresti voluto quello. Eri il collante di famiglia, amici e parenti. Quanti aperitivi, cene, feste e passeggiate con ognuno di noi. Hai fatto arrivare gente da ogni parte del mondo, solo tu potevi riuscirci. Quel mondo che ti piaceva tanto, che ovunque andavi lasciavi il segno».
Il ricordo di Franca Angela Aiello
Quindi ha proseguito, ricordando altri aspetti della 58enne scomparsa domenica. «Eri una forza, il tuo esserci sempre per gli altri, la gioia di vivere, l’amore immenso per la tua famiglia e la tua energia che trovavi sempre per fare del bene – ha aggiunto -. La stessa che tu e lo zio avete trasmesso a Simo e Nicky. Ti penso a mangiare in una spiaggia in Sicilia e ad aspettare 10 ore per fare il bagno, perché chi ti conosce sa che se cucinavi tu si digeriva il giorno dopo. Ti penso quando tu e mamma inseguivate me e Simo, perché se non ne combinavamo una non eravamo contenti».
La nota dell’associazione VIOLA
Nel giorno dei funerali, l’associazione VIOLA ha affidato il ricordo di Franca Angela Aiello a una nota.
«Franca è stata una presenza preziosa e instancabile all’interno dell’Associazione VIOLA partecipando alla vita associativa con entusiasmo. Da sempre nel gruppo che organizzava le camminate solidali, aveva il ruolo di assicurarsi che nessuno rimanesse indietro, con discrezione e dedizione. Franca non mancava mai, con il suo impegno generoso, agli appuntamenti con la raccolta fondi in occasione dell’8 marzo, “Scusami mimosa ma la V.I.O.L.A è un’altra cosa”. “Franca era una donna così piena di vita, di allegria, di determinazione che ci sembra impossibile non poterla più abbracciare. Era una volontaria preparata, sempre disponibile e aveva fatto suoi i principi con cui opera questa associazione. Tutte noi volontarie abbiamo condiviso con lei momenti indimenticabili. Ricordiamo il giro nel Beaufortin (progetto transfrontaliero), in Francia, dove Franca è stata il cuore del gruppo coinvolgendo le colleghe svizzere e francesi con la sua simpatia. Anche nell’ultima avventura di rafting le sue risate e le sue battute rendevano ogni incontro un vero e proprio momento di cura. Franca si buttava nelle rapide con coraggio e aveva sempre voglia di sperimentare, come ha dimostrato anche durante il viaggio in Serbia per gli europei di rafting. Nonostante non conoscesse la lingua, Franca aveva preso a comunicare a gesti con le altre concorrenti serbe e croate. Un modo di socializzare che la rendeva unica. Non ci sono parole per esprimere ciò che tutte noi stiamo provando in questo momento, il vuoto che Franca ci ha lasciato è immenso”.Il suo entusiasmo, la sua resilienza e il suo amore per la montagna l’hanno accompagnata lungo milioni di passi, sempre consapevoli e felici. L’Associazione si stringe con affetto alla madre, ai suoi amatissimi figli e a tutti coloro che l’hanno conosciuta, condividendo il dolore per la sua perdita e la gratitudine per aver camminato insieme, anche solo per un tratto, accanto a una donna così straordinaria».
(t.p.)