Saint-Vincent: 20 mila visitatori all’edizione numero zero di BeerCult
Per la prima volta, Confcommercio Valle d'Aosta ha riunito i microbirrifici valdostani, con un'offerta food locale, intrattenimento e cultura della birra
Saint-Vincent: 20 mila visitatori all’edizione numero zero di BeerCult.
Buongustai domenica in viale Piemonte
La qualità, motore dell’edizione zero di BeerCult, il festival dei microbirrifici artigianali che per la prima volta ha riunito la quasi totalità delle piccole aziende di casa nostra oltre a 12 aziende del settore food e ospiti di pregio.
Un lungo fine settimana – da venerdì pomeriggio a domenica – che a Saint-Vincent ha richiamato 20 mila visitatori per la kermesse pensata e organizzata da Confcommercio Valle d’Aosta.
Edizione zero dai grandi numeri![]()
Aziende del settore food e microbirrifici ma anche 10 masterclass che hanno coinvolto 150 partecipanti, due showcooking dell’Unione regionale Cuochi, 7 eventi tra i quali uno spettacolo dedicato al benessere e alla moda, un concerto, un dj set e quattro spettacoli per le famiglie, comprese fabbrica delle bolle e battaglia dei cuscini.
600 hamburger, 300 tartare, 5 mila frittelle di mele
Nei tre giorni di festival sono stati distribuiti 25 mila token (gettoni di pagamento, ndr) e sono stati 15 mila i bicchieri compostabili utilizzati, con un occhio di riguardo alla sostenibilità ambientale.
Il buon cibo ha fatto la sua parte: 10 mila metri di salsiccia di Bra, 5 mila frittelle di mele consumate, 600 hamburger venduti, 300 tartare di carne valdostana, 50 kg di fonduta e 700 piatti baveresi hanno deliziato i buongustai.
La soddisfazione di Confcommercio Valle d’Aosta
Guido Zublena, Les Bières du Grand-Saint-Bernard
Il direttore generale di Confcommercio Valle d’Aosta Adriano Valieri è soddisfatto: «abbiamo finalmente riunito quasi tutti i microbirrifici valdsotani, abbiamo scoperto eccellenze, consolidato collaborazione e gettato le basi per il futuro – spiega -.
Fondamentale è stato il comune di Saint-Vincent che ci ha invitato e voluto, per creare un evento di attrazione.
Grazie agli sponsor che hanno creduto nel progetto e lo hanno sostenuto: BCC Valdostana, Casinò di Saint-Vincent e Grand Hôtel Billia.
Visitatori e partecipanti hanno confermato la qualità delle birre e dello street food e la proposta di intrattenimento.
Il risultato economico è in linea con ciò che ci aspettavamo e per la prossima edizione, l’offerta
Samuel, microbirrificio di Courmayeur
gastronomica sarà aperta alle eccellenze italiane, per esempio il Consorzio Gorgonzola italiano.
Per la prossima edizione cercheremo di migliorare la gestione dei punti cassa, dove si sono formate delle code e amplieremo l’offerta gastronomica da abbinare alle birre».
Tra gli stand di birre e food
Agli stand, si parla di birra e di ingredienti con grande passione.
Fabrizio allo stand Mönchshof
Come Fabrizio, allo stand della birra ospite Mönchshof, numero uno per le birre in bottiglia sul mercato tedesco e tra i primi dieci birrifici in Germania. «Uno dei soci è la malteria che produce in esclusiva prodotti per i nostri mastri birrai che rilanciano ricette storiche senza mai scendere a compromessi per la qualità. La nostra birra ha quattro ingredienti: acqua, malto d’orzo, luppolo e lievito. E la qualità degli ingredienti a permettere ai nostri mastri birrai di offrire quasi 40 ricette differenti».
Numeri più piccoli ma qualità al primo posto anche per il microbirrificio di Courmayeur di Luca Caglione e Enrico Serafino.
Alla spina c’è Samuel che spiega «l’importanza dell’acqua per birre non filtrate e non pastorizzate che conservano un gusto autentico».
Tra le preferite a Beer Cult, la Brenva, bionda classica e Les Dames Anglaises, «molto apprezzata anche se fa 7 gradi e mezzo, con un gusto delicato di frutta secca e caramello».
Mirco ed Enrico con un piattino di jambon cru de Bosses
Allo stand de Les Bières du Grand-Saint-Bernard c’è Guido che spiega le novità: «siamo diventati azienda agricola con 400 ettari di orzo in affitto in Puglia che soddisfa il 70% del nostro fabbisogno mentre il luppolo arriva da Modena e Verona; piace molto la Praetoria, pensata per i dieci anni del birrificio e esplosa adesso e sta molto piacendo la Ipa Climber, speziata e caramellata quanto basta.
Anche il côté street food punta sulla qualità. Dai piattini di crudo De Bosses che Enrico e Mirco suggeriscono di
Le invitanti tartare di Sandro Péaquin
abbinare «a un bretzel o alla frittella di mele», passando per l’invitante tartare della macelleria Péaquin. Spiega Sandro: «la mia proposta è semplice per esaltare al meglio il gusto della carne bovina di razza valdostana, un filo d’olio, un frutto del cappero e un assaggio di senape all’ancienne, né sale né limone».
Allo stand dell’Unione Cuochi Valle d’Aosta ci sono Michele Meynet (diplomato lo scorso anno e che lavora a Modena), Alessio Michelini (fresco di rientro dall’Alchemist di Copenaghen) e lo studente del IV anno Riccardo Meynet.
Propongono «un panino con stracotto di spalla di maiale – il famoso pulled pork – accompagnato da una verza marinata».
Davide prepara l’hamburger agricolo dell’azienda Carlon
Anche l’hamburger agricolo di Michael Carlon ha fatto breccia tra i buongustai.
«Insalata e cipolla caramellata sono di produttori locali, l’hamburger di carne bovina di carne valdostana della macelleria Péaquin, le uova le produco io» dice il giovane che al di là dell’azienda agricola gestisce l’area al Col Tzecore e a Beer Cult ha portato anche l’agrigelato: coppette di fiordilatte con solo latte dell’azienda Eteila du Berdzi di Saint-Vincent, cioccolata calda e granella di nocciole.
(cinzia timpano)
Il panino con il pulled pork dei talentuosi giovanissimi chef Michele, Alessio e Riccardo