Franco Collé a 48 ore dal ritiro al Tor des Géants: «Fa male, devo riflettere sul mio futuro»
Il quattro volte campione torna sul lunedì dell'addio alla gara: «Al lago Chiaro mi sentivo come un bambino al quale avevano rubato il giocattolo preferito»
Franco Collé a 48 ore dal ritiro al Tor des Géants: «Fa male, devo riflettere sul futuro».
Il quattro volte campione torna sul lunedì dell’addio mentre era in testa alla gara.
«Al lago Chiaro mi sentivo come un bambino al quale avevano rubato il giocattolo preferito».
Franci Collé a 48 ore dal ritiro del Tor des Géants: «Devo riflettere sul mio futuro»
Il campione di Gressoney-Saint-Jean è stato fermato da un problema agli occhi che gli era già capitato nel 2019 (ritiro) e nel 2023 (superato a Dondena).
«Da ieri ho ricominciato a vedere meglio, alla sera sono riuscito a guardare la partita della Juve – ha provato a scherzare al Jardin de l’Ange dove si è presentato nel tardo pomeriggio -. Questa volta fa veramente male, perché mi sentivo bene, stava andando come avevo pensato, riuscivo a spingere bene. Durante la discesa dal col Loson ho cominciato a vedere un’aureola intorno alla luna e mi sono preoccupato, quando sono entrato al Sella è stato brutto. Ho tenuto duro fino a Cogne, la situazione sembrava migliorare e verso la Fenêtre de Champorcher mi sono rimesso a spingere, staccando gli avversari. Scendendo verso Donnas, invece, i problemi sono tornati ed è andato sempre peggio».
Franco Collé: «Al Lago Chiaro ero come un bambino a cui avevano rubato il giocattolo preferito»
«Al rifugio Coda non vedevo quasi nulla, uscendo dalla struttura ho rischiato di inciampare – ha continuato -. La diescesa è stata terribile, salendo e scendendo dal colle Marmontana potevo cadere diverse volte, ho rotto tre bastoncini e al Lago Chiaro ho dovuto fermarmi. Ritrovarmi lì, sdraiato da solo, è stato brutto, mi sono messo a piangere, ero come un bambino al quale stavano rubando il giocattolo preferito. Dopo il ritiro ho fatto una fatica pazzesca a scendere a Issime».
Franco Collé: «Devo riflettere attentamente sul mio futuro»
«Fisicamente mi sento benissimo, ma moralmente sono a pezzi – ha ammesso -. Questa volta fa malissimo, non ho rimpianti, però il dolore è pazzesco. In questo momento penso che dovrei cambiare qualcosa, anche smettere, ma ho capito che si tratta di decisioni importanti e mi sono preso del tempo per riflettere attentamente sul mio futuro».
Franco Collé: «Complimenti al vincitore, parlare di tempi a tavolino conta poco»
«Il mio obiettivo era godermi la gara, arrivare a Courmayeur e provare a fare un gran tempo – ha concuso -. Fino al momento del ritiro, stavo volando, la mia idea era di provare a chiudere sulle 63-63.5 ore. Complimenti a Victor Richard, si è dimostrato solido e ha saputo superare le crisi che ha avuto. Il Tor è una gara particolare, ho sempre detto che non sempre vince il più forte, ma quello che sa andare forte, superando i problemi che possono arrivare. Parlare di 60 ore, però, secondo me ha poco senso, i discorsi a tavolino sono un conto, realizzarli in gara è tutta un’altra cosa. Per riuscirci non bisogna avere il minimo intoppo e chiudere il Tor senza intoppi è praticamente impossibile».
(d.p.)