Televisione: il valdostano Pierre Martinet tra i concorrenti del talent francese ‘Le meilleur pâtissier’
L'équipier sécurité traffic del Tunnel del Monte Bianco di Nus è tra i 14 concorrenti della fortunata trasmissione di Métropole6
Televisione: il valdostano Pierre Martinet protagonista al talent francese ‘Le meilleur pâtissier’.
Pierre Martinet
C’è anche il valdostano Pierre Martinet tra i 14 pasticceri dilettanti che dalla scorsa settimana partecipano al talent Le meilleur pâtissier.
La seconda puntata in onda questa sera su M6
La seconda puntata andrà in onda questa sera su M6 (e su M6plus in streaming), poi dal 2 ottobre, le puntate saranno in onda il giovedì.
Nella prima puntata, Seb ha guadagnato le tablier bleue – il grembiule del migliore della puntata – mentre Melody e Salimata dovranno sfidarsi in una prova supplementare per decidere chi delle due potrà proseguire la sua avventura al talent.
Chi è Pierre Martinet
Pierre alle prese con la planetaria durante la prima puntata del talent
Ma chi è il concorrente valdostano?
Riproponiamo l’intervista comparsa su Gazzetta Matin alla vigilia della messa in onda de Le meilleur pâtissier mercoledì scorso.
Pierre Martinet, équipier sécurité traffic del Tunnel del Monte bianco, concilia il suo lavoro e il volontariato con la passione per la pasticceria.
Classe 1966, residente a Nus, è il primo valdostano a partecipare alla trasmissione francese Le meilleur pâtissier.
14 concorrenti, pasticceri amatori, si sfidano in diverse prove culinarie per dimostrare il proprio talento di fronte ai giudici Cyril Lignac e Mercotte.
Come riesci a conciliare il tuo mestiere con la tua passione?
Pierre con due deliziose tartes meringuées
«Lavorare al tunnel è delicato, mi occupo della messa in sicurezza degli utenti in galleria in caso di evento – ci dice –.
È mio compito prendere le persone dalla strada e portarle nei rifugi dove possono stare in sicurezza.
Avendo tre tipologie di turni -mattina, pomeriggio o notte- riesco a organizzarmi abbastanza bene per reperire tutti gli alimenti che uso per cucinare e per realizzare i miei piatti.
Lavorando con i turni riesco anche a conciliare il mio impegno nei vigili del fuoco volontari di Verrès, di cui faccio parte dal lontano 1988».
Il ricordo affettuoso della zia Pasqualina
In che momento ti sei appassionato alla pasticceria?
«Ricordo due eventi principali. Il primo è abbastanza ricorrente ed è legato a una mia meravigliosa zia, Pasqualina.
Era una pasticcera molto severa e preparava tutti i sabati una torta alle mele straordinaria.
Tuttavia, è stato grazie al secondo che ho avuto l’impulso per iniziare a cucinare.
Ero al ristorante e ho avuto una piccola discussione con il cuoco su una mousse che a mio avviso non era bella da vedere. Per chiudere il diverbio ricordo che mi ha detto ‘Allora, se sei capace, falli tu i dolci!’.
E così è stato, ho iniziato effettivamente dopo questa imbeccata».
Da dove nasce l’idea di partecipare alla trasmissione?
«Non è nata da me, lavorando al Tunnel del Monte Bianco ho dei colleghi francesi.
Un giorno una collega che si occupa del pedaggio mi ha chiamato perché aveva visto i dolci che preparavo dal mio profilo Instagram.
Quando mi ha proposto di partecipare ho subito rifiutato, è riuscita a convincermi dopo diversi tentativi e ho provato con l’idea che la finale fosse inavvicinabile e che sarebbe stato solo un sogno. Ho fatto quindi le selezioni ma era la fine del 2021.
Mi sono qualificato 17° e, dato che ne prendevano 14, sono rimasto escluso.
Tuttavia, lo chef aveva apprezzato particolarmente i miei dolci e mi ha detto che mi avrebbero tenuto d’occhio. Il mese di gennaio di quest’anno, senza preavviso e dopo 4 anni, ho ricevuto la chiamata che mi comunicava che mi avrebbero fatto fare questa finalissima tra 14 persone.
Sono rimasto esterrefatto, in ogni selezione ci sono oltre 300 sfidanti e io vi avevo partecipato diversi anni prima».
Dall’euforia all’adrenalina e timore
Dopo l’euforia del momento, mi sono saliti l’adrenalina e il timore: a casa siamo tutti bravi ma lì, di fronte a due colonne portanti in giuria, si tratta di una gara a tutti gli effetti e non vengono fatti sconti solo perché si è amatori e non professionisti. I giudici massacravano e dicevano il loro pensiero senza filtri, con la telecamera che è sempre accesa e pronta a registrarti».
Come sono andate le riprese?
«Il tempo è stato, senza ombra di dubbio, il nemico principale: volava.
Per lavoro sono abituato ad agire in situazioni stressanti, ma non nascondo che questa è stata la peggiore: hai solo 2 o 3 ore per preparare il tutto e serve una concentrazione pazzesca. I minuti passano velocemente e spesso hai il giornalista attaccato al bancone per farti delle domande mentre il cameraman riprende ogni passaggio alle sue spalle.
Probabilmente se lo facessi tutti i giorni sarebbe più semplice da gestire, tuttavia non è così e alcune prove erano tecniche quindi se non si fa attenzione il dolce non riesce. Il livello era molto alto, mi sono ritrovato a competere con 3 belgi e 10 francesi. Le riprese della trasmissione sono iniziate il 15 aprile e si sono concluse il 3 luglio e dal 10 settembre inizierà la diffusione degli episodi».
Paris Brest, macarons e altre mille bontà
Qual è il tuo dolce preferito, quello che cucini più frequentemente e quello che porti nel cuore e ti rappresenta?
«Il mio dolce preferito è il Paris-Brest, che prende il nome da due città francesi.
È stato creato da un pasticcere che aveva il Tour de France che passava davanti al suo negozio ogni anno e per ricordarselo ha creato un dolce con una ruota tagliata orizzontalmente, farcita con crema al burro e alla nocciola.
Se devo scegliere cosa cucinare, direi i macaron: li preparo spessissimo. Un dolce che mi rappresenta è la tarte tatin: le mele sono il frutto per eccellenza della nostra regione e sono straordinarie».
Quali sono i tuoi prossimi obiettivi e progetti?
«Adesso continuo a cucinare e vorrei iniziare a lavorare a un progetto a cui penso da tanto tempo: la realizzazione di un libro di ricette di dolci valdostani, unite alla valorizzazione dei frutti e della castagna.
Se qualcuno volesse aiutarmi ne sarei entusiasta e sarei aperto a una collaborazione».
(giulia calisti)