Cinema, in Valle d’Aosta i primi ciak di “Se venisse anche l’inferno”
Il nuovo film di Samuele Rossi apre le riprese tra Saumont e Doues; l'uscita nelle sale prevista nell'autunno 2026
Sono iniziate in Valle d’Aosta le riprese di Se venisse anche l’inferno, il nuovo film del regista e produttore toscano Samuele Rossi, autore di Prima della fine. Gli ultimi giorni di Enrico Berlinguer, candidato ai David di Donatello e ai Nastri d’Argento 2025.
I primi ciak sono ambientati ad Aosta, in località Saumont, nel parco lungo il torrente Buthier, per poi spostarsi a quasi duemila metri di quota all’Arp De Praz di Doues, sotto la conca di Champillon.
La storia: un partigiano solo nell’inverno del ’44
Il film racconta la vicenda di Gio, nome di battaglia di un partigiano che, rimasto solo dopo un rastrellamento nazi-fascista, tenta di sopravvivere in un rifugio di montagna durante uno degli inverni più rigidi della guerra.Una storia di resistenza, umanità e attaccamento alla vita, ispirata a fatti realmente accaduti, ambientata tra le Alpi e l’Appennino tosco-emiliano, con un tono intimo e visionario.
Da Echivisivi al cinema di finzione
Se venisse anche l’inferno segna l’esordio nel cinema di finzione per la casa di produzione Echivisivi, dopo oltre dieci anni di esperienza nel documentario.
Prodotto da Echivisivi con Solaria Film e MYmovies, il film nasce con il contributo della Fondazione Film Commission Vallée d’Aoste, il sostegno della Regione Emilia-Romagna e del Pr Fesr Toscana 2021-2027, oltre alla collaborazione di Toscana Film Commission e al supporto di Bcc Valdostana e Lo Conte Edile Costruzioni.
Un cast tra volti giovani e interpreti affermati
Nel ruolo del protagonista, il giovane Luca Tanganelli, al suo primo grande ruolo dopo Alla festa della rivoluzione di Arnaldo Catinari, presentato alla Festa del Cinema di Roma.
Accanto a lui Luca Vergoni, Giorgio Colangeli, Giusi Merli e la partecipazione straordinaria del cantautore Cisco (Stefano Bellotti), ex voce dei Modena City Ramblers.
Nel cast anche tre interpreti valdostani: Alice Vierin, Andrea Damarco e Giada Bessone.
La Resistenza come sentimento necessario
«La Resistenza, non solo come fatto storico, ma come sentimento attivo e necessario, mi è sembrata l’unica storia che avesse senso raccontare in questo momento», spiega il regista Samuele Rossi.
«È una sfida che mi fa sentire vivo e parte della realtà che ci troviamo ad affrontare quotidianamente, ed è l’unica cosa che mi fa credere che il cinema possa continuare a fare la sua parte in questo difficile presente».
Le prossime tappe e l’uscita in sala
Dopo le riprese in Valle d’Aosta, la troupe proseguirà in Emilia-Romagna e Toscana, tra Fanano, Abetone-Cutigliano e Prato, nei luoghi attraversati dalla Linea Gotica.
L’uscita nelle sale è prevista per l’autunno 2026.
(re.aostanews.it)