Consiglio Aosta: ok al 20% di aumento delle indennità, opposizione già sulle barricate
Passata con 18 voti a favore, un astenuto e 9 contrari la delibera che vara l'aumento delle indennità di carica ai componenti del consiglio comunale. L'opposizione vota contra e critica aspramente la decisione
È già bagarre nel consiglio comunale di Aosta. Motivo del contendere, l’aumento del 20% delle indennità dei componenti dell’assemblea, decisa dal governo comunale difesa dal sindaco Raffaele Rocco per «dare dignità e giusta compensazione, soprattutto ai consiglieri».
La delibera è stata approvata mercoledì con 18 voti a favore, un astenuto e 9 contrari (opposizione al gran completo), accompagnata da un applauso ironico dell’opposizione.
Rocco: «aumento previsto per legge, diamo valore al ruolo»
«Intendiamo usare la facoltà di riconoscere l’indennità di base aumentata del 20% in base alla legge regionale 4/2015 e successive modificazioni – ha introdotto il sindaco Raffaele Rocco, illustrando il provvedimento anticipato lunedì da Gazzetta Matin -. È una scelta, perché questo consiglio rappresenta e deve gestire il capoluogo. Non è un passatempo, non si fa part-time e comporta responsabilità gravose 24 ore su 24».
Rocco spiega la decisione con l’impegno dei consiglieri «non solo in aula e in commissione, ma dovranno anche essere presenti sul territorio – ha aggiunto -. Inoltre, dà dignità al ruolo e alla carica assunti, permettendo di svolgere in modo sereno il compito affidato. Crediamo che la richiesta di responsabilità e impegno corrisponda a una giusta compensazione».
Minoranza all’attacco
Katya Foletto
La minoranza, tutta, indistintamente, non le manda a dire, a cominciare da Katya Foletto di Avs – Reti civiche.
«Siamo nettamente contrari alla risposta – ha esclamato -. Non credo sia il caso che uno dei primi atti di deliberazione sia l’aumento dei compensi, perché ci troviamo in un contesto economico molto difficile, dove la povertà continua ad aumentare e tante famiglie non arrivano a fine mese».
Foletto ripercorre i discorsi del mattino e la voglia di rinverdire l’attaccamento della città alla politica.
«C’è clima di disaffezione ed è difficile pensare che questo aumento sia considerato necessario dalla popolazione – ha continuato Foletto -. La fiducia va ritrovata e tali aumenti non aiuteranno sicuramente in tal senso. L’assemblea non può definire una miseria 1.346 euro lordi mensili, che corrispondono a qualche stipendio del commercio o delle cooperative sociali. È doverso riconoscere che i costi per il funzionamento dell’assemblea sono sufficienti».
Sylvie Spirli: «Non è un segnale per avvicinare i cittadini»
Riconferma ancora una volta la contrarierà all’argomento la consigliera della Lega, Sylvie Spirli, che ha ricordato di aver criticato tante volte la passata maggioranza, ma elogiando sempre la scelta di non aumentare i compensi.
«Uno dei pochi punti su cui siamo d’accordo è usare tutti gli strumenti per combattere l’astensionismo e non credo che l’aumento del 20% delle indennità sia un segnale per avvicinare i cittadini alle istituzioni – ha esclamato -. Spesso si rinuncia a hobby e interessi personali per il bene comune, ma sapevamo a cosa saremmo andati incontro, perché chi ha ruoli di responsabilità ha onori e oneri per ricoprirli».
E ha chiuso.
«Non sono per la politica dell’uno vale uno, ci vuole competenza, ma ci vogliono anche delle vie di mezzo; spero che nel 2026 qualcuno si ricreda».
Cipollone: «Nella pagine del programma non si parlava di aumenti»
Il centrodestra
Usa l’ironia Manuel Cipollone di Fratelli d’Italia.
«Nelle tante pagine del vostro programma non si parlava di questi aumenti – ha esordito -. È una facoltà e come ogni facoltà sottende una volontà politica. Nessuno ci ha detto di candidarci, io lo ritengo un onore e non vedo come in un momento di grande disillusione generale il primo passaggio possa essere l’aumento degli stipendi».
Manuel Cipollone ha proseguito parlando di «una cosa fuori luogo, sbagliata e controproducente allo scopo di ricucire la città – ha concluso -. Se potete ravvedetevi, perché un conto è fare la scelta a fine consiliatura, magari con obiettivi raggiunti, un altro farlo in questo momento».
Di poche parole il forzista Christian Chuc.
«Non ci sembra opportuno – ha tagliato corto -. Poi non lamentiamoci quando le persone ci dicono lo fate solo per i soldi».
Stringata anche Sonia Furci (gruppo misto di minoranza).
«Assurdo votare un aumento alla prima seduta per “dare dignità al ruolo” – ha rintuzzato -. Noi siamo seduti qui perché scelti dal popolo. Ci sono moltissime famiglie che non arrivano a fine mese e proprio per la mia dignità esprimo il mio dissenso».
Girardini: «Almeno riducete l’addizionale Irpef»
Torna indietro nel tempo, a quando il Comune aveva aumentato dello 0,2% l’addizionale Irpef, il capogruppo di Renaissance, Giovanni Girardini.
«Nel 2021 ci fu l’aumento, per circa 800 mila euro, perché mancavano soldi – ha tuonato Girardini -. Ma chi prendiamo in giro? Se avessimo i soldi per tornare indietro su questo, potremmo anche discutere l’aumento per chi amministra la città, perché nessuno dice che i compensi siano una baggianata, ma così che senso ha»?
Girardini ci va a fondo.
«Non è possibile tacere di fronte a questa roba – ha continuato -. È vergognoso e spero ci si ravvedda. La gente fatica a pagare le bolletta e io mi vergongo di parlare di queste cose nella prima delibera. Togliamo l’addizionale, poi facciamo ciò che ritenete opportuno. Con 40 euro in più all’anno si rischiava di togliere il panettone a qualcuno, ma qui forse non si capisce che qualcuno vive veramente con delle miserie. Questa scelta grida vendetta».
Rocco: «Demagogia e ipocrisia»
Con il neo presidente del consiglio, Samuele Tedesco, a rammentare che ognuno può sentirsi libero di rinunciare all’aumento, il sindaco Raffale Rocco ha ribadito la posizione.
«L’aumento premia i consiglieri, che hanno indennità che non danno atto del ruolo e della dignità – ha concluso -. L’aumento del 20% non combatte la povertà. Molti, in minoranza, sostenevano quanto io dico ora e visto che l’indennità è ferma da un pezzo, credo che la dignità di tutti meriti di essere riconosciuta».
Le indennità
Le nuove indennità di carica sono aumentate del 20% in base a quanto definito dalla legge regionale 4/2025.
Tale aumento, sempre rinviato dal governo precedente, vede per il sindaco l’indennità di funzione di 5.610,00 euro mensili, uniti ai 1.122,00 euro di aumento, con 1.300 euro di diaria mensile.
Per il vice sindaco, l’indennità passerà a 5.385,60 euro mensili lordi (80% indennità del sindaco).
Per gli assessori, 5.049,00 euro mensili lordi (75%).
Per il ruolo di presidente del Consiglio è prevista un’indennità di funzione pari a 1.683 euro mensili lordi (25%; prima era 1.406).
Infine, per i consiglieri comunali, 1.346,40 euro mensili lordi (20% dell’indennità del primo cittadino), contro i 1.122 di prima.
(alessandro bianchet)

