Cinema e artigianato, lo short film “Rustico” al Mitreo Film Festival
Roma, 4 nov. (askanews) – Nel 2021 l’agenzia di comunicazione 26 Lettere, su richiesta del Panificio Tammetta, concepisce e realizza uno short film dedicato alla nascita di un biscotto: il Rustico. Un biscotto nato in uno dei momenti più delicati della nostra storia recente, durante il periodo della zona rossa, a Fondi, causato dalla pandemia. L’intenzione era quella di creare qualcosa che ricordasse chi siamo: il valore delle radici, dei gesti semplici, dell’artigianalità intesa come cura e presenza. Un biscotto capace, con la sua dolcezza, di accompagnare quei giorni sospesi, quasi irreali e allo stesso tempo profondamente umani.
L’idea e la direzione creativa del progetto sono state di Riccardo Antonilli e Antonio Di Trento, quest’ultimo anche regista dello short film. Alla direzione della fotografia Marco Marcantonio, la cui sensibilità visiva ha reso possibile una narrazione intensa e materica.
Le riprese vennero effettuate nel laboratorio del maestro fornaio, in condizioni di massima sicurezza. Il protagonista del film fu proprio lui: le sue mani, la sua quotidianità, la competenza maturata nel tempo. Ogni gesto raccontava una storia. Ogni passaggio di lavorazione rivelava un sapere antico.
Per 26 Lettere comunicare non significa semplicemente “fare pubblicità”. Significa comprendere l’anima dei propri clienti e aiutarli a esprimere ciò che li rende unici. Supportare un brand è un lavoro che coinvolge tutto: visione, strategia, linguaggio, estetica, valori. L’agenzia lavora affinché il prodotto non sia soltanto visto, ma compreso, percepito, riconosciuto. È un accompagnare le realtà che scelgono di affidarsi a loro verso il racconto più autentico possibile di sé.
In quest’ottica, ogni inquadratura del Rustico fu pensata con delicatezza e precisione: non per mostrare semplicemente un biscotto, ma per trasmettere un senso. La scelta della Red Camera, macchina da presa utilizzata nel cinema, contribuì a restituire la matericità degli impasti, la luce del laboratorio, il calore del forno. Il risultato fu sorprendente: un piccolo panificio riuscì a comunicare con la forza e la qualità narrativa dei grandi brand.
Il video venne accolto con entusiasmo dal web e dai social. Non era uno spot. Era una storia vera, fatta di lavoro, identità e memoria.
Oggi, a quattro anni di distanza, è accaduto qualcosa di ancora più significativo. Quel video, nato come racconto di prodotto, è diventato a tutti gli effetti un piccolo documentario. La scelta lungimirante di 26 Lettere di promuoverlo anche in contesti legati al cinema e alle arti visive ha cambiato la traiettoria dell’opera.
La direttrice artistica del Mitreo Film Festival, Lucilla Mininno, lo ha visto e ne ha riconosciuto la poesia visiva, la potenza emotiva e la capacità di raccontare un tempo storico attraverso un gesto quotidiano. Per questo lo ha selezionato per la 25ª edizione di uno dei più importanti festival italiani dedicati al cortometraggio, che si svolge a Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta, dove sarà proiettato al Teatro Garibaldi il 5 novembre alle ore 20.
È la prova concreta che, quando la comunicazione nasce da uno sguardo profondo, quando si lavora non per vendere ma per rivelare, essa può superare la sua stessa funzione. Può trasformarsi in cultura, in testimonianza, in memoria condivisa. Non è più solo un video. È ciò che resta quando la comunicazione diventa verità.
