Geenna, l’avvocato (e fratello) di Sorbara: «Ma come si fa a fare una sentenza del genere? Marco è innocente»
Lo sfogo del difensore Sandro Sorbara all'uscita dal Tribunale di Aosta
Geenna, l’avvocato (e fratello) di Sorbara: «Ma come si fa a fare una sentenza del genere? Marco è innocente».
«E’ scandaloso. Una decisione basata sul nulla». Questo lo sfogo di Sandro Sorbara, avvocato e fratello di Marco Sorbara, il consigliere regionale sospeso condannato a 10 dal Tribunale di Aosta nell’ambito del processo Geenna su presunte infiltrazioni della ‘ndrangheta in Valle d’Aosta.
All’uscita dal Tribunale, il legale si è concesso ai cronisti. «Ad oggi, da fratello e avvocato non ho capito quali sarebbero le contestazioni per mio fratello – ha affermato -. I testimoni e quanto emerso durante il processo hanno smontato l’unico elemento inserito nella memoria depositata dai pm. L’unico elemento che ha portato Marco in carcere è la questione Fazari. Ma parliamo di un’intercettazione del processo Tempus Venit, del 2010. Lui lì non era nemmeno indagato».
Poi ha aggiunto: «Ricordatevi tutti che Marco in Geenna non era neanche intercettato. Come si fa a fare una sentenza del genere? Come si fa veramente? Noi non molleremo e ci sarà Appello. Andremo fino in fondo perché la gente deve capire come funziona oggi la giustizia. Le carte processuali sono rimaste esattamente quelle del giorno» degli arresti, cioè il 23 gennaio 2019».
L’avvocato ha anche voluto precisare che «io oggi parlo come avvocato, non come fratello. Marco è innocente, ne sono convinto». Nelle carte dell’accusa «non c’è la prova di nulla. Non è stato provato nulla. Leggeremo le motivazioni e poi andremo in Appello e in Cassazione. Andremo fino in fondo. Abbiamo anche vissuto un dramma personale pazzesco….Ma andremo avanti su ogni fronte».
L’avvocato Corrado Bellora (membro del pool difensivo di Sorbara) ha invece commentato: «E’ una sentenza che non condivido e che sarà oggetto di Appello. Non si è tenuto minimanete conto di quanto avvenuto a dibattimento. Comunque le sentenze non si commentano ma si impugnano. Noi abbiamo sostenuto una tesi secondo cui non c’era assolutamente sussistenza del dolo diretto e anche degli altri elementi di fattispecie. E’ una sentenza sbagliata, di cui andremo a leggere le motivazioni».
Un fiume in piena invece l’avvocato Raffaele Della Valle: «È una giustizia in cui non si riescono a trovare luci e colori – ha esclamato duro -. È dominata dal sospetto e alimentata dalla cultura dell’inquisizione. Andando avanti così gli avvocati non avranno più senso di esistere». Per poi rincarare la dose. «Le sentenze non le fanno le caserme, ma i giudici. E per questo motivo sono indignato e mi assumo tutta la responsabilità di quello che dico. Se facciamo un processo in dibattimento e i testimoni vengono annullati perché ritenuti falsi, chiudiamo direttamente i tribunali».
In foto, (da sinistra) l’avvocato Corrado Bellora, Marco Sorbara e Sandro Sorbara (foto d’archivio).
(f.d.)