Industria: stato di agitazione all’Heineken di Pollein, dichiarati 9 esuberi
Annunciata la volontà di tagliare da parte di Heineken Italia che ha dichiarato 93 esuberi sul territorio nazionale. Sindacati sulle barricate
Stato di agitazione all’interno di Heineken Italia e nello stabilimento di Pollein, dove sono stati dichiarati nove esuberi, sul totale di 93 nei quattro stabilimenti italiani.
Il Coronavirus e la pesante crisi che si è abbattuta sul settore Horeca si preparano a colpire duro nelle file del gigante internazionale della birra e negli stabilimenti produttivi di Pollein, Comun Nuovo (Bg), Massafra (Ta) e Assemini (Ca).
La situazione
A spiegare la situazione è il segretario della Flai Cgil, Gabriele Matterana, coinvolto nella trattativa a livello nazionale e a livello locale con il coordinamento unitario insieme a segreterie e RSU di Cisl, Uil e Savt.
«Tutto è partito dalla comunicazione dell’amministratore delegato del gruppo internazionale, che ha parlato di un piano di riduzione del personale per tagliare i costi del 20%» racconta Matterana, parlando di una trattativa appena entrata nel vivo, in attesa dell’incontro del 3 dicembre.
«Abbiamo avuto un primo incontro con la dirigenza nazionale e con le Rsu dello stabilimento di Pollein – continua Matterana – e ci hanno dichiarato un totale di 93 esuberi. Di questi, 19 sono negli stabilimenti (9 in Valle), 28 per il gruppo vendita e assistenza clienti e 46 nella sede centrale di Milano».
Le cause
Alla base di tutto sicuramente l’emergenza Covid, ma non solo.
«Il problema è anche la riduzione del 40-50% di tutto il settore Horeca – continua il segretario Flai Cgil VdA -. In questo periodo, infatti, è aumentato il consumo casalingo, ma è crollato, ovviamente, quello dei locali. Questo ha permesso di tamponare, ma qui la marginalità è molto bassa, perché i canali di vendita come i supermercati smaltiscono grandi quantità, ma ottengono anche grandi scontistiche».
E qui nasce l’arrabbiatura dei lavoratori e delle sigle sindacali.
«Da noi Heineken ha lavorato molto, ha fatto volumi di un certo livello, ma sembra che non basti – attacca Matterana -. Fa arrabbiare che prima i lavoratori siano stati considerati eroi, siano stati fatti lavorare durante l’emergenza e ora si voglia dar loro il ben servito. Sicuramente c’è preoccupazione».
Stato di agitazione
Intanto, con la trattativa in pieno corso, in tutti gli stabilimenti è stato dichiarato lo stato di agitazione.
«Come coordinamento unitario e segreterie nazionali abbiamo dichiarato lo stato di agitazione – conferma Matterana -. Poi aspettiamo novità già dall’incontro del 3 dicembre. Per fortuna, fino al 31 marzo c’è il blocco dei licenziamenti, nel frattempo faremo la trattativa, per vedere di ridurre gli eventuali esuberi e capire se ci siano dipendenti vicini alla pensione per cui sfruttare scivoli e ammortizzatori».
Una cosa non lascia tranquilli.
«Dà fastidio che il 50% degli esuberi sia solo a Pollein – conclude -. Sembra un’assurdità vista la mole di lavoro».
(alessandro bianchet)