Stop sci, le voci da piazza Chanoux: “Siamo stati abbandonati”
I lavoratori della montagna, scesi ad Aosta a protestare contro le misure del governo, sono alla canna del gas
Stop sci: delusione, rabbia e senso di abbandono. C’è tutto questo tra gli oltre 400 operatori della montagna, scesi a protestare in piazza Chanoux dopo l’alt inflitto domenica sera.
«Chiediamo rispetto»
«Siamo veramente deluse e arrabbiate – spiegano Louise e Nicole che a La Thuile lavorano come maestra di sci e addetta agli impianti di risalita – siamo praticamente da un anno senza stipendio e gli aiuti che sono arrivati sono davvero irrisori. Chiediamo rispetto, perché a Roma ci hanno letteralmente abbandonato e non capiscono quante siano le famiglie messe in difficoltà dalle decisioni prese sempre all’ultimo minuto».
«Situazione drammatica»
«La situazione è davvero drammatica – aggiunge il delegato della Pila Spa Pino Ruggeri – e l’ultima
mancanza di rispetto, con la decisione presa domenica scorsa dal ministro Speranza poche ore prima del via libera alla ripartenza dello sci, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Non è possibile essere trattati in questo modo. Noi eravamo pronti già da dicembre nel rispetto di tutti i protocolli richiesti dal CTS, eravamo pronti a gennaio e anche adesso a febbraio, ma non si può giocare in questo modo con la vita di tutte queste persone che non riescono neppure non ad arrivare a fine mese ma a fine settimana».
«Vogliamo solo poter lavorare»
«Noi vogliamo solo poter lavorare – commentano Rhémy, Davide e Rémy, impiegati negli impianti di risalita di La Thuile, Courmayeur e Monterosa -. Non è possibile continuare con questa incertezza. Le nostre società avevano già predisposto dei contratti di assunzione per poter finalmente iniziare questa maledetta stagione e, invece, siamo di nuovo punto a capo. Dovremmo andare direttamente a Roma tutti insieme, così magari il governo inizierà ad ascoltarci veramente e smetterà di prendere in giro tutto un settore che porta fior fior di soldi alle casse dello stato».
«Abbiamo perso le parole»
«Ormai abbiamo perso anche le parole – chiosano Monica, Ileana e Nicole commercianti di Cervinia – purtroppo la stagione è finita senza alcun dubbio e con grande dispiacere. Noi chiedevamo solo di di poter fare il nostro lavoro nel rispetto di tutte le regole di sicurezza e, per noi, si poteva fare tranquillamente».
Invece nulla di fatto.
«Esatto, invece hanno deciso di uccidere tutto un settore, quello della montagna, che da Roma è stato proprio ignorato colpevolmente e senza alcun rispetto – attaccano ancora -. Perché non si può cambiare idea qualche ora prima di riaprire tutti i comprensori quando bar, ristoranti, negozi avevano già fatto il carico in attesa dell’arrivo dei turisti. Speriamo solo che adesso gli aiuti arrivino veramente e non solo le briciole che finora ci hanno riservato».
(sacha paternolli)