Casinò: concordato e istanza fallimentare avanti a braccetto
Nell'udienza relativa alla discussione dell'istanza fallimentare per la Casa da gioco, la Procura di Aosta ha deciso di andare avanti; il Casinò ha scelta la via del concordato in continuità aziendale
Presentazione del concordato in continuità aziendale e Procura che va avanti, in parallelo, con l’istanza fallimentare. Questo l’esito dell’udienza sull’istanza di fallimento del Casinò, andata in scena mercoledì di fronte al giudice Marco Tornatore, alla presenza del pm Luca Ceccanti, dell’amministratore unico della Casa da gioco Filippo Rolando, del commissario Ivano Pagliero e del legale del Casinò.
Rolando: «Siamo vivi»
«Per il momento siamo vivi – spiega laconicamente Filippo Rolando all’uscita dal Tribunale -. Il piano spiegherà a tutti le modalità e darà i numeri».
L’udienza
L’udienza è cominciata intorno alle 10, con il giudice Marco Tornatore che ha chiesto chiarimenti sulla procedura di concordato in continuità aziendale, che ha preso il posto dell’originaria richiesta di concordato con ristrutturazione del debito.
I chiarimenti (il grosso riguarda il taglio di 168 figure del personale, con 107 contratti a tempo determinato che non saranno rinnovati, con tanto di passaggio al contratto del turismo per tutti. Il tutto per un risparmio stimato in 11 milioni di euro all’anno ndr.) sono stati forniti, dando il via all’udienza fallimentare vera e propria.
Qui, il pm Luca Ceccanti ha portato avanti l’istanza di fallimento. Le condizioni, infatti, secondo la Procura non sono cambiate, permanendo una situazione di insolvenza che non ha lascia margini per il ritiro dell’istanza stessa.
L’iter
L’iter, ora, è segnato. L’udienza è rinviata al 16 gennaio 2019, quando il giudice valuterà l’eventuale interruzione della procedura di concordato, oppure concederà la proroga per altri 60 giorni.
Nel frattempo, concordato e procedura di fallimento proseguiranno “a braccetto”, anche se il Tribunale non si potrà comunque pronunciare sull’istanza di fallimento fino a che non ci sarà la definitiva omologazione o il respingimento del concordato.
Il concordato
Il concordato in continuità aziendale ora prevede sì un piano di ristrutturazione aziendale, ma sotto lo stesso controllo del Tribunale (per cinque anni), che di volta in volta vigilerà sullo stato di avanzamento delle cose, tradotte nei tagli al personale e nella continua stima dei costi abbattuti.
(alessandro bianchet)