Auto pirata, i due investitori in stato di fermo
Sono in stato di fermo i due valdostani, Francesco Grauso e Alessandro Cadeddu, che il 3 dicembre scorso travolsero e uccisero con la loro auto in corso Peschiera a Torino il piccolo Alessandro Sgro, 7 anni, mentre stava attraversando la strada sulle strisce pedonali insieme a mamma e papà. Il fermo è motivato dal pm Gabriella Viglione dal pericolo di fuga dei due, i quali sono accusati di omicidio colposo pluriaggravato e lesioni colpose con colpa cosciente, oltre che di omissione di soccorso.
Secondo la ricostruzione (e dopo la deposizione di Grauso), Grauso, 25 anni impiegato all’Agenzia del lavoro di Aosta, e Cadeddu, disoccupato di 33 anni, si erano recati a Torino per acquistare della droga. In seguito, stavano percorrendo a velocità sostenuta corso Peschiera, incalzati dalle chiamate dello spacciatore. Da lì, l’impatto con la famiglia Sgro, con il piccolo Alessadro e il papà Calogero scaraventati al suolo a quasi quaranta metri di distanza e la mamma un po’ più vicino. Il bambino perdette la vita, il padre è tuttora in ospedale in condizioni critiche, mentre la mamma, Simonetta Del Re, se l’era cavata con una gamba rotta. La Renault Clio dei due valdostani si scontrò con un’altra auto prima di darsi alla fuga verso Aosta, dove per una quarantina di giorni i due l’hanno tenuta nascosta, aiutati forse da parenti o amici, in un box nella zona ovest della città.
Secondo le indagini della Polizia locale di Torino, Grauso e Cadeddu comprarono la droga dopo l’incidente. E sempre la droga, eroina, è stata trovata in una perquisizione a casa di Casdeddu, sequestrata insieme con sette telefoni cellulari e un giubbotto simile a quello notato da due testimoni addosso al guidatore dell’auto che ha investito la famiglia Sgro.
Secondo quanto dichiarato da Grauso (seconda versione, perché la prima riportava una storia diversa, poi ritrattata), alla guida dell’auto di sua proprietà c’era Cadeddu. Per questo motivo, l’avvocato Sandro Sorbara, difensore di Grauso, in serata ha definito illegittimo il fermo, proprio perché il ragazzo sarebbe stato al posto del passeggero. Elemento, quest’ultimo, che il difensore spera sia tenuto in considerazione durante l’udienza di convalida del fermo.