Perron: «nessun processo, ma qui si alimentano tensioni e falsi vittimismi che allontanano i cittadini dalla politica»
«Ritengo sia giusto, nelle vesti di presidente dell’Union Valdôtaine, richiamare tutti a dichiarazioni e comportamenti più consoni al ruolo che abbiamo scelto di ricoprire e all’impegno che abbiamo voluto prendere, per il bene della comunità valdostana». Il presidente dell’Union Valdôtaine interviene a margine dei vari j’accuse all’indomani del Comité di lunedì sera. Secondo Perron, aver voluto discutere nelle sedi opportune «e non sempre e solo sui mezzi di informazione» viene presentato maldestramente come un tentativo di processo. Rincara la dose Perron, «ci si lamenta della mancanza di dialogo e di democrazia, volano accuse di voler fare processi poi però i contenuti di certe discussioni vengono deliberatamente travisati e strumentalizzati, con quali finalità poi».
Perron si riferisce alla querelle sul mondo della scuola in occasione del referendum contro il piroassificatore.
A Perron non vanno giù i post sui nuovi mezzi di informazione, «riportati all’istante all’opinione pubblica, in maniera, ci tengo a dirlo, scorretta». Secondo Perron «è ancora più grave far trapelare in modo falso e strumentale il contenuto di certi scambi di idee. Confrontarsi, anche duramente, dovrebbe essere normale. Il confronto, e a volte lo scontro, intrapresi in maniera leale e costruttiva, sono indispensabili per arrivare a trovare momenti di sintesi nei quali tutti possano riconoscersi. Mi sembra che all’interno dell’Union nessun dialogo, in nessuna circostanza sia stato negato, imparando anche a riconoscere che possano esistere opinioni diverse dalle proprie».
Un commento anche sulla questione degli enti locali, «i sindaci del Movimento hanno saputo trovare uno spirito di coesione condividendo la necessità di procedere – in sintonia con l’amministrazione regionale, a una riforma degli enti locali, elemento fondamentale della nostra organizzazione e della nostra storia».
Infine, una stoccata «a chi alimenta continuamente un clima di tensione e ultimamente di vittimismo che altro non fa che disorientare e confondere l’opinione pubblica che prende sempre più le distanze dal mondo della politica».
(c.t.)