Courmayeur: per l’autunno un vallo per proteggere l’abitato dalla frana del Mont La Saxe
Un terrapieno lungo circa un chilometro, con base di 15-20 metri, e alto di 6 ai 9 metri. E’ questa la grande novità emersa dall’incontro con la popolazione avvenuto nel pomeriggio di martedì nel salone parrocchiale di Entrèves. Al centro dell’attenzione, ovviamente, la frana del Mont La Saxe, con l’ingegnere Raffaele Rocco (Coordinatore del Dipartimento difesa del suolo e risorse idriche), il geologo della Regione Davide Bertolo e il sindaco di Courmayeur, Fabrizia Derriard, a ripercorrere i passi che hanno portato a questo rientro nello stato di preallarme e alla possibilità, per le persone evacuate il 19 maggio scorso, di tornare nelle proprie case. Ma non solo. E’ stata anche l’occasione di ipotizzare gli scenari futuri, a cominciare prorpio dal vallo, che verrebbe costruito, stando alle parole degli esperti, probabilmente entro l’autunno, per un costo «di alcuni milioni di euro». «Il vallo – spiega l’ingegnere Rocco -sorgerà in una zona obbligata, lungo la sponda della Dora di Ferret, dalla parte di Entrèves. E’ un’opera di banale concezione, ma è complicato capire quali siano i livelli di resistenza necessari. Vogliamo arrivarci entro l’autunno, per evitare che con l’arrivo delle piogge e soprattutto con il disgelo di primavera ci si venga a trovare nelle stesse condizioni di quest’anno che hanno portato all’evacuazione. Anche perché, con questo vallo, in caso di crolli contenibili dall’opera, in caso di allarme, l’evacuazione sarebbe solo parziale e limitata ad alcuni giorni, e aiuterebbe anche a rendere più facile il ripristino della situazione. Insieme a quest’opera, realizzeremo anche un by-pass della Dora, in modo da garantirne il regolare deflusso anche nel caso peggiore di crollo dell’intera frana da 8 milioni di metri cubi. Stiamo anche valutando se mettere in ordine i sottoservizi, visto che in caso di crollo dovranno comunque essere garantiti anche alla Val Ferret».
Scende nei dettagli il geologo Davide Bertolo: «Con quest’opera – chiosa – l’abitato sarebbe al riparo in caso di crollo dei 654 mila metri cubi, motivo per cui molti di voi sono stati evacuati ora, ma dovrebbe esserlo anche per scenari peggiori, da 800 mila, fino a 1.6 milioni di metri cubi. Pensiamo di arrivare fino ai 2 milioni, ma su questo permane ancora qualche dubbio. In ogni caso, i disagi verrebbero minimizzati». A proposito di disagi, il sindaco Fabrizia Derriard assicura che anche quelli relativi ai lavori di realizzazione saranno limitati: «Ci sarà la possiblità di far passare i mezzi da piazzale Retempio – sottolinea -, riuscendo così a salvaguardare almeno in parte la viabilità interna di La Palud. Contiamo davvero di averlo pronto per l’autunno, visto che con la situazione attuale, in cui la frana ha cambiato aspetto nel corso del tempo, il problema non riguarda più solo l’azione dell’acqua che filtra in profondità, ma anche quella piovana può incidere sull’andamento. Diventando sensibile alle piogge, il problema si aggrava».
In ogni caso, lo stato di preallarme è realtà, («anche se permane uno spostamento di 3 millimetri al giorno – continua l’ingegnere Rocco -, ma si va verso il miglioramenteo del tempo ed è sensato optare per questa soluzione»), i cittadini hanno potuto fare rientro nelle proprie case e la situazione «è un pelo più rassicurante» (ancora Raffaele Rocco). Ma come abbiamo imparato a capire in questi giorni, la frana del Mont La Saxe è anomala, si evolve e un cambio dello stato di allarme non può essere escluso a priori, anche se i continui lavori di drenaggio e il possibile arrivo del bel tempo giocano a favore.
(alessandro bianchet)
(nella foto: Davide Bertolo, Raffaele Rocco e Fabrizia Derriard)