Garante: «Soddisfatto per il decreto legge sui carceri; di grande interesse per Brissogne»
CRONACA
di news il
09/07/2013

Garante: «Soddisfatto per il decreto legge sui carceri; di grande interesse per Brissogne»

«Non posso che accogliere con favore le misure appena varate, per altro a seguito delle note sentenze della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo». E’ soddisfatto il Garante dei diritti delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, Enrico Formento Dojot (in foto), a seguito dell’entrata in vigore del decreto legge che detta disposizioni urgenti in materia di esecuzione della pena. «Questo deve essere un primo passo – continua Formento Dojot – cui, spero, ne seguiranno altri, finalizzato alla risoluzione del problema principale che affligge le carceri: il sovraffollamento». Enrico Formento Dojot analizza poi il testo. «Il decreto prevede la sospensione dell’esecuzione della pena non superiore a tre anni (quattro per i detenuti che versano in condizioni particolari), con la concessione di misure alternative alla detenzione. Questa non si applica ai condannati per reati gravi, quali, ad esempio, l’associazione di tipo mafioso, la prostituzione minorile e i maltrattamenti in famiglia». Le novità non finiscono qui. «Il decreto opera altresì sull’istituto della liberazione anticipata, da valutarsi dal Magistrato di Sorveglianza. Inoltre, vengono ampliati gli spazi per l’applicazione di misure alternative alla detenzione per i recidivi che hanno commesso reati di piccola entità e per l’assegnazione a lavori di pubblica utilità, riguardo ai soggetti in condizione di dipendenza da alcool o stupefacenti». «Insomma – conclude il Garante – si tratta di misure positive, volte alla decongestione degli Istituti di pena e a una condizione meno pesante per i ristretti. Occorre però procedere ad un rafforzamento reale delle opportunità dell’ammissione al lavoro, al di là delle attività a titolo volontario e gratuito a favore di enti pubblici. Non bisogna dimenticare che il reinserimento sociale del ristretto non può prescindere dalla collocazione lavorativa, in assenza della quale è alto il rischio di recidiva. Ad una prima analisi stimerei che una percentuale significativa dei detenuti della Casa circondariale di Brissogne possa essere interessata dalle nuove misure, in linea teorica».
(al.bi.)

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