Uvp: lavoriamo con le altre minoranze a una controfinanziaria
«Il governo regionale ha messo una croce sul Fospi, mette meno fondi per i lavori di somma urgenza, taglia sul sociale, sullo sviluppo economico: un sistema come questo non può reggere perché non c’è nulla in prospettiva». E’ la denuncia fatta dal consigliere regionale dell’Union valdôtaine progressiste Elso Gerandin davanti a una folta platea, ieri sera, al ristorante Pezzoli di Gressan dove nel mirino sono finite la legge finanziaria e le politiche della maggioranza. Con i colleghi Andrea Rosset e Laurent Viérin ha annunciato che le minoranze unite presenteranno una controfinanziaria che «possa dare alla regione un futuro e speranze di crescita». «Sarà la prima volta che questo avviene», ha aggiunto Gerandin. Che torna sui contributi congelati, tuonando: «I rubinetti per le leggi di settore sono stati chiusi mentre chi ha fatto domanda lecitamente li aspetta visto che su questi contava e ha fatto investimenti». Il vicepresidente del Consiglio Rosset ha parlato di «bilancio di rassegnazione, che arriva a motore spento senza speranza di ripresa». Non manca un accenno ai rapporti con il governo Letta: «Da Roma la considerazione è pari a zero; perdiamo persino i treni che altri ci preparano così mentre il Trentino porta a casa un risultato epocale ossia l’autonomia fiscale la Valle d’Aosta resta al palo; saremmo stati contenti se il senatore Lanièce avesse sottoscritto l’emendamento a firma Zeller», dicono. «Il bilancio è il momento più importante perché dice alla comunità dove si andrà e oggi manca la concertazione e la condivisione delle scelte strategiche», precisa Viérin che stigmatizza anche l’accordo sul federalismo fiscale «un patto inficiato dalle manovre aggiuntive dello Stato». Arriva pure la critica ai due parlamentari valdostani che «stanno lì solo ad alzare la mono visto che erano all’oscuro dei 521 milioni destinati all’ammodernamento della ferrovia». Concede Viérin: «Siamo stati complici ma un anno fa abbiamo capito e avuto il coraggio di dire che questo sistema non può reggere».
(danila chenal)