Schiaffo alla politica. Valdostana
Elezioni europee 2014: in Valle d’Aosta vince il partito dell’astensione. Dei 102 mila aventi diritto al voto, alle urne si sono presentati in circa 51 mila. Significa che un valdostano su due se ne è rimasto a casa. Imbarazzante.
Andando a snocciolare i risultati finali, si nota come i valdostani abbiamo letteralmente snobbato i candidati locali, preferendo il voto di lista o quello di candidati nazionali. Preoccupante.
Il Pd, come a livello nazionale, fa il vuoto dietro di sé con il 47%. Ma il candidato dell’alleanza autonomista e progressista, Luca Barbieri, esce con le ossa rotte, se è vero che dei 21.854 voti totali di lista in Valle, ha incassato solo 8.128 preferenze dai suoi concittadini, risultando più votato fuori Valle (quindicesimo nel Nord Ovest). Un flop bello e buono, anche se lo stesso candidato si ritiene soddisfatto e i segretari di Alpe, Pd e soprattutto Uvp definiscono il risultato “un successo”. Da non credere, se non fosse che in Valle, come in Italia, a ogni tornata elettorale vallo a trovare quello che ammette che le cose non sono andate come sperato.
Nel 2009 Aurelio Marguerettaz (Uv, Sa, Fa…) ottenne 16.134 preferenze e Roberto Louvin (Alpe ecc.) circa 9 mila. Quest’anno i partiti di maggioranza in Regione non hanno presentato (colpevolmente) un loro candidato, chiedendo a gran voce di individuare una candidatura unica condivisa in grado di superare il quorum di 50 mila voti per avere un eletto al Parlamento europeo. L’accordo non c’è stato e questo è il risultato: Valle d’Aosta con le ossa rotte.
Strategicamente, Uv e Sa sono rimasti ai margini di queste elezioni, un po’ per impedire che il confronto elettorale tra un loro candidato e quello dell’alleanza Uvp-Pd-Alpe si trasformasse in un referendum locale, con conta di voti e dimostrazione di chi ha più muscoli in questo momento, ma un po’ anche per vedere la reale forza (e tenuta) degli antagonisti. Proprio da questo esito elettorale credo si troverà la soluzione alla crisi in Regione.
Il flop elettorale ha svariate cause. L’impossibilità di centrare l’elezione di un candidato valdostano, senza alcun dubbio ha pesato sull’affluenza. Ma ancor più credo abbia pesato la sfiducia dei cittadini nei confronti della politica, in particolare quella valdostana, da ormai quasi un anno alle prese con una crisi profonda in Regione, incapace di dare risposte ai cittadini e in questi ultimi tempi investita dal ciclone giudiziario per le spese dei gruppi consiliari.
Il 49,60% di affluenza è uno schiaffo alla politica valdostana, alla quale i cittadini chiedono risposte e riforme, la prima delle quali la nuova legge elettorale, una legge che impedisca la professionalizzazione della politica. Due mandati al massimo e poi a casa per sempre, così non saremmo più in ostaggio delle lotte tra famiglie e delle antipatie che nascono dopo tanti (troppi) anni a darsi battaglia in aula, spesso contraddistinti da attacchi personali.