Operazione Oro Rosso 2: «Sapevamo che prima o poi avrebbero provato a colpire di nuovo in quel cantiere di Pila»
Erano convinti, gli uomini della Squadra mobile della Questura di Aosta, che prima o poi sarebbero tornati a colpire proprio in quel cantiere.
Tanto convinti che, dopo il colpo sventato nella notte tra l’8 e il 9 settembre scorsi, «da quel momento abbiamo monitorato la zona con nostro personale 24 ore su 24», ha spiegato il sostituto commissario Valter Martina nel presentare i risultati dell’Operazione Oro Rosso 2, che nella notte ha fatto scattare le manette ai polsi di cinque rumeni (Ioan Calderas di 43 anni, Ion Bordean di 51, Dimitru Varga di 42, Nicolae Apostol di 41 e Constantin Christen di 26) mentre un sesto componente del sodalizio criminale si è dato alla fuga nei boschi ed è ancora ricercato (tutti sono risultati essere con precedenti specifici, anche molto recenti).
«Un’attività investigativa iniziata tre mesi fa», ha precisato il commissario capo della Squadra mobile di Aosta, Nicola Donadio, dopo che furti di rame – «ingenti sia dal punto di vista quantitativo che dal punto di vista prettamente economico» – erano stati perpetrati in diversi cimiteri del circondario di Aosta (l’ultimo in ordine temporale al Villair di Quart) e all’aeroporto Corrado Gex di St-Christophe (dove recentemente è stato portato via «l’inverosimile come quantitativo di rame»).
Ma è nel maxi furto di rame sventato tra l’8 e il 9 settembre scorsi alla stazione di arrivo del trenino di Cogne, in località Acque Fredde, struttura di proprietà della società Pila Spa, che gli inquirenti hanno trovato il punto di svolta.
«In quell’occasione decidemmo di bloccare i ladri in fondo alla strada regionale per Pila, in prossimità della rotonda davanti al bar Limonet», al Pont Suaz di Charvensod, ha spiegato ancora il sostituto commissario Martina, che ha aggiunto: «All’epoca non avevamo considerato il fatto che questi avessero delle vedette che viaggiavano su altre automobili», e che – una volta accortisi del posto di blocco – avvertirono gli altri componenti della banda, che abbandonarono sulla strada regionale per Pila due furgoni pieni zeppi di cavi di rame per poi darsi alla fuga a piedi nei boschi.
«Questa volta abbiamo deciso di intervenire in un’altra maniera», hanno quindi precisato i vertici della Squadra mobile, coordinati nell’operazione dal sostituto procuratore Pasquale Longarini.
Visti entrare nel cantiere della Pila Spa attorno alle 21 di ieri, venerdì, alle prime luci di oggi – sabato – una volta partite le due ‘staffette’ costituite da una Volvo station wagon di colore bordeaux e da una Volkswagen Golf di colore grigio chiaro, in prossimità del bivio di Les Fleurs con la strada che conduce direttamente a Gressan, la Polizia ha deciso di intervenire, bloccando in un vero e proprio blitz sia le due automobili che il furgone Fiat Ducato di colore bianco con dentro circa «3.000 chilogrammi di rame pronto a essere avviato sul mercato», ha precisato il commissario Donadio.
A quel punto il rumeno alla guida della Golf ha provato una disperata manovra per aprirsi un varco sulla strada regionale, andando a speronate un’Alfa 147 in uso alla Polizia, mentre da furgone è saltato fuori – scappando a monte della strada – il sesto componente della banda tuttora ricercato.
Dalla Volvo si è invece gettato nella scarpata a bordo strada un altro componente del sodalizio criminale, che è stato però rintracciato poco dopo dalla Forestale e tratto in arresto, così come sono stati tradotti alla casa circondariale di Brissogne anche gli altri quattro soggetti colti in flagranza di reato, nei cui confronti le accuse sono di furto aggravato e resistenza a pubblico ufficiale.
Nei prossimi giorni – hanno anticipato gli inquirenti – verrà valutata la sussistenza di elementi per l’eventuale contestazione dell’associazione per delinquere.
Nella foto quattro dei cinque rumeni arrestati questa mattina.
(patrick barmasse)