Delitto Morandini, la Cassazione conferma l’ergastolo per Puiu Pitica
Era la sera del 29 aprile 2011, quando lo scultore Paolo Morandini, all’epoca 67enne, venne rincorso, segregato all’interno del suo alloggio-laboratorio di rue des Vergers, ad Aosta, per poi essere barbaramente ucciso perché testimone scomodo di un furto di generi alimentari perpetrato nel déhor di un locale della zona, il Bar Buongustaio di via Trottechien, distante appena una cinquantina di metri dall’abitazione dove avvenne il delitto.
Per questi fatti la Corte di Cassazione ha confermato la pena dell’ergastolo nei confronti di Puiu Pitica, rumeno di 48 anni, così come definitiva era già stata decretata la condanna a 19 anni e 10 mesi di carcere nei confronti di Radu Gal, 28 anni, che a differenza del connazionale non ha però mai ammesso le proprie responsabilità nell’omicidio dell’aostano.
A confermare la decisione della Cassazione è stato lo stesso legale di Pitica, l’avvocato Andrea Delmastro Delle Vedove del foro di Biella, che aveva impugnato la sentenza del 2 luglio 2013 della Corte d’Appello di Torino, che confermò la pena inflitta in primo grado ad Aosta.
Il delitto maturò, secondo i giudici di primo grado, dopo una lite dovuta a un furto di monete e di generi alimentari, «in un contesto caratterizzato dapprima dalla rapina impropria e sfociato, con una impressionante progressione di violenza, nella perpetrazione del delitto di omicidio».
In un primo momento per il delitto di Paolo Morandini fu arrestato anche un terzo rumeno, Eugen Sascau, all’epoca ventenne, poi scagionato sia dai risultati delle analisi svolte dai Ris di Parma, che non riuscirono a trovare prove della presenza di Sascau sul luogo del delitto, sia dalle dichiarazioni fatte agli inquirenti dagli stessi Pitica e Gal.
Sascau, quindi, patteggiò quattro mesi di carcere per il solo reato di concorso in furto aggravato.
(pa.ba.)