Tragedia Sarre: moto di Soni correva a 200 km/h
Duecento chilometri orari. E’ la velocità a cui andava l’Aprilia di Ivan Soni quando si schiantò contro la Citroën Xsara Picasso della famiglia De Fazio, causando la morte – oltre che sua – del piccolo Pietro De Fazio di soli 20 mesi.
E’ quanto stabilito dalla consulenza tecnica conferita dal sostituto procuratore Pasquale Longarini all’ingegnere Giuseppe Di Bisceglie, che nei giorni scorsi è stata consegnata in Procura.
Lo schianto mortale avvenne poco dopo le 3 del 17 maggio scorso sulla strada statale 26, in frazione La Remise di Sarre, all’altezza dell’incrocio con la cava Montrosset.
A perdere la vita furono il giovane motociclista 23enne di Introd e il bimbo di appena 20 mesi che viaggiava accomodato sul sedile posteriore della Citroën Xsara Picasso. Insieme ai suoi genitori era appena partito da casa, un centinaio di metri dal luogo della tragedia, per raggiungere i parenti in Calabria.
Dalla ricostruzione effettuata dagli inquirenti, la monovolume – che si stava immettendo sulla strada statale in direzione Courmayeur proprio dalla traversa che, oltre alla cava, porta al complesso residenziale dove vive la famiglia De Fazio – era stata centrata dalla moto Aprilia che stava sopraggiungendo in velocità, praticamente entrata nella parte posteriore dell’abitacolo della Citroën Xsara Picasso.
La velocità della moto è stata calcolata nella perizia grazie ai frames di una videocamera installata in quel tratto di strada, sopra il pannello informativo presente in corrispondenza della casa cantoniera dell’Anas.
Secondo l’ingegnere Giuseppe Di Bisceglie, la velocità elevata e i fari di un’altra auto avrebbero reso «poco percepibile» l’arrivo della moto al guidatore della monovolume, il padre del piccolo Pietro, Marco De Fazio.
Con l’acquisizione della consulenza tecnica, ora il sostituto procuratore Pasquale Longarini lavorerà alla definizione del fascicolo aperto per omicidio colposo.
Nella foto il luogo della tragedia del 17 maggio scorso.
(pa.ba.)