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Gioco d’azzardo: Confcommercio, «lasciateci lavorare»

Gioco d’azzardo: Confcommercio, «lasciateci lavorare»

L'associazione commercianti replica al regolamento per combattere la ludopatia allo studio della terza commissione consigliare del comune di Aosta

«Lasciateci lavorare, chiediamo dignità». Questo il riassunto di quanto richiesto da Confcommercio in materia di gioco e, in particolare, relativamente al regolamento sul gioco d’azzardo e sulla lotta alla ludopatia in discussione nella terza commissione consiliare del comune di Aosta e che vedrà la luce martedì prossimo. «Siamo solo degli operatori che cercano di sopravvivere – spiega il presidente di Confcommercio Pierantonio Genestrone nel corso della conferenza stampa –. L’attività è legale e riconosciuta da una legge del 2005 che consente di creare sale giochi, un business che ogni anno porta allo stato 8 miliardi di euro. Stiamo parlando di un fenomeno che, come detto anche dal dottor Vincenzo Lamartora del SerD, crea problemi conenuti (60 casi) e che per di più non riguardano minori, che invece si dedicano al gioco online. Non siamo contrari ad affrontare un problema grave, che comporta anche costi sociali, ma ricordiamo che le attività coinvolte sono un centinaio, con circa 350 dipendenti: se gli affari calano, le ripercussioni sull’occupazione saranno inevitabili e con la decisione di limitare le ore di accensione delle slot questo è inevitabile». Genestrone parla comunque di un’iniziativa targata Confcommercio: «Stiamo trattando con Regione e SerD per istituire corsi gratuiti per i nostri associati per formarli e per insegnare loro a gestire questo tipo di attività».
I controlli ci sono
«Siamo disponibili ad andare incontro alle esigenze, a intervenire in maniera di ludopatia e salvaguardia dei minori – spiega Silvestro Mancuso, responsabile giochi di Confcommercio –. Vogliamo tutelare minori? Bene, si pensi al gioco online, ma si sappia che nelle sale l’ingresso non è consentito. Per quanto riguarda il discorso delle distanze, invece, bisogna ragionare, perché gli adulti sono consapevoli e possono andare nei comuni o paesi limitrofi. Lo spegnimento delle slot, invece, farebbe chiudere molti locali. Ricordo solo che ho iniziato negli anni ’70 con juke box e flipper, è stato il mercato a portarmi su questa via imprenditoriale».
Vuoto legislativo
«C’è un vuoto legislativo – esclama il presidente FIT Gianluca Genestrone con alcuni comuni che provano ad affrontare il problema in ordine sparso. Lo Stato non è mai intervenuto, anzi nel tempo ha moltiplicato le possibilità di giocare in maniera lecita, anche se ora è allo studio una legge che prevede di ridurre da 400 a 300 mila le slot nei locali italiani (al massimo 4 per locale), fatto che sicuramente contribuirebbe a ridurre la diffusione. Sta comunque allo Stato muoversi e creare delle professionalità in grado di gestire il fenomeno: bisogna combattere la ludopatia, ma senza penalizzare gli operatori. Fissare delle distanze tra locali? Servirebbe solo a ghettizzare i ludopatici. Viene solo un dubbio: perché non si parla di gratta e vinci e lotto, che forse sono problemi anche peggiori?». «Ricordiamo – esclama Flavio Giordano, che le sale gioco sono già molto controllate e che ai gestori rimane solo l’11% delle entrate, che scende al 4.3% nel caso delle vlt. Forse i comuni dovrebbero reclamare le entrate statali per fare programmi di prevenzione».
Proposte
Ma quali sono le proposte di Confcommercio per “incidere” sul regolamento in discussione in commissione consiliare? «Non abbiamo proposte – replica Mancuso – non c’è ancora un regolamento cui fare riferimento: lasciateci lavorare». «Lasciateci lavorare o non vi votiamo più – rincara la dose Pierantonio Genestrone, rivolgendosi al presidente della Terza commissione consiliare Vincenzo Caminiti –. Stiamo soccombendo e non so se la ludopatia sia il problema principale per il Comune di Aosta: dopo parcheggi, rifiuti e occupazione del suolo pubblico volete fregarci un’altra volta? Stateci almeno a sentire».
(alessandro bianchet)

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