Droga: arrestato fornitore della banda di albanesi
E’ stato arrestato dai colleghi dell’Arma dei carabinieri in servizio a Torino, il soggetto albanese residente nel Capoluogo piemontese – Orges Toska, 34 anni – che gli inquirenti del Comando Compagnia di St-Vincent Châtillon ritengono essere il personaggio presso il quale si riforniva di droga il gruppo criminale – praticamente a conduzione familiare – smantellato all’alba del 22 febbraio scorso, capace di movimentare qualcosa come 90 mila euro al mese attraverso lo spaccio – in particolare all’interno del night club ‘La Dolce Vita’ di via della Stazione a Châtillon – di almeno «tre etti di cocaina pura al mese, che una volta tagliata al dettaglio rendeva tre volte tanto».
Toska è stato arrestato in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare richiesta dal sostituto procuratore Pasquale Longarini e trasferito al carcere ‘Le Vallette’ di Torino, mentre nel corso del blitz di qualche settimana fa – quando Toska si trovava in Albania – le manette scattarono ai polsi del capo della banda valdostana Albert Bushaj, 35 anni, «noto come l’avvocato negli ambienti criminali e per questo rispettato», agli arresti domiciliari dal maggio 2015 per una precedente condanna per spaccio di droga, e dei suoi ‘gregari’ – tutti a vario titolo imparentati – Zamir Bushaj, 29, Laurent Bushaj, 26, Xhontino Sinanaj, 19, Lado Latifaj, 37, e Gentian Bushaj, 33, arrestati in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Aosta e trasferiti alla casa circondariale di Brissogne.
L’origine dell’inchiesta
In un simile contesto, l’attività di indagine che portò ai sei arresti del 22 febbraio scattò nell’ottobre 2015, con la denuncia a piede libero di Zamir Bushaj e Lado Latifaj per ricettazione, dopo che nella zona del ponte sulla Dora Baltea della strada che conduce a Ussel di Châtillon, erano stati colti in flagranza di reato dai carabinieri del Comando Stazione di Nus mentre tentavano di piazzare nove campanacci Chamonix – dal valore di seimila euro – rubati un paio di settimane prima in due stalle di St-Barthélemy.
«Siamo partiti per verificare eventuali canali di smercio di campanacci rubati in Valle d’Aosta, a un certo punto ci siamo infilati nell’indagine della droga», commentò il Capitano Enzo Molinari all’atto della conferenza stampa sui dettagli dell’attività investigativa, che – imperniata su attività di osservazione, controllo e pedinamento degli indagati – contemplò monitoraggi «24 ore su 24 dal mese di dicembre» dell’abitazione in cui era agli arresti domiciliari Albert Bushaj, ovvero dove avveniva «il controllo e il taglio della cocaina» prima di essere nascosta in boscaglie e in case disabitate tra Châtillon e St-Vincent nell’attesa della collocazione delle dosi sul mercato.
Nella foto i sei arrestati durante il blitz dei carabinieri del 22 gennaio scorso.
(pa.ba.)