Codacons, ristorazione soddisfacente negli ospedali
Un servizio di ristorazione «soddisfacente», è quanto emerge dall’indagine che il Codacons ha effettuato sul servizio di ristorazione erogato nei presidi ospedalieri Parini e Beauregard, realizzato nell’ambito del progetto “Ristorazione come parte della cura”. Da dicembre 2016 a febbraio 2017 sono stati somministrati dei questionari ai pazienti di vari reparti e al personale che usufruisce del servizio mensa che, nel complesso, rilevano che il servizio di ristorazione è soddisfacente.
«Nel 65% dei casi – ha precisato Michela Montecatino, segretaria regionale Codacons – i piatti sono personalizzati. Meno apprezzata sembra essere la cottura dei primi: adeguata a pranzo per il 63% e a cena per il 71%, eccessiva per il 17%, scarsa per il 17% a pranzo e per il 9% a cena. Soddisfacente la valutazione della varietà dei cibi per il 73,4% degli intervistati anche se la maggioranza preferisce decisamente le verdure, molto poco la purea e la carne. Più negativo il parere sul sapore del cibo: il 54% risponde sì, il 34% afferma che è piuttosto insipido e il restante 12% non dà una risposta. Soddisfacenti per il 74% i pareri sul servizio di prenotazione e sull’adeguatezza della dieta seguita alle proprie condizioni di salute».
Montecatino prosegue illustrando i dati raccolti dall’indagine a proposito di qualità e quantità del cibo, che hanno registrato una valutazione positiva. «Per quanto riguarda la colazione, il cibo più gradito sono le fette biscottate (il 61% le ritiene buone, il 20% discrete, il 13% scadenti) a seguire il tè (il 54% lo ritiene buono, il 26% discreto, il 14% scadente). I primi piatti sono considerati buoni dal 55% degli intervistati, discreti dal 22%, scadenti dal 17%. I secondi piatti buoni per il 52%, discreti per il 25% e scadenti per il 17%. I contorni buoni per il 54%, discreti per il 23% e scadenti per il 15%. La frutta, infine, è il cibo maggiormente apprezzato dagli intervistati: è considerata buona dal 59%, discreta dal 23% e scadente dal 12%». La quantità del vitto è valutata complessivamente giusta (69%) quando non addirittura abbondante.
«Ciò che è criticato maggiormente dell’ambiente è la mancanza di spazio per poter mangiare – prosegue Montecatino -. Dall’indagine effettuata, emerge uno scarso livello di informazione soprattutto per quanto riguarda la tipologia degli alimenti usati e l’utilizzo di prodotti congelati/surgelati. Migliore sembra essere la comunicazione riguardante il menù e le sostituzioni dello stesso. Il 63% degli intervistati ritiene di essere informato su ciò che propone il menù giorno per giorno (l’11% abbastanza, il 17% non informato). Nella maggior parte dei casi (78%) i pasti sono serviti negli orari stabiliti. Solo il 9% degli intervistati ritiene insufficiente il tempo a propria disposizione per consumare il pasto. Gli orari dei tre pasti principali sono nel complesso graditi dagli utenti».
Infine «Molto buono il giudizio espresso nei confronti del personale che somministra il cibo: il comportamento viene valutato come molto buono per il 47%, buono per il 32% e negativo solo per il 6% degli intervistati».
(e.c.)