Mistero Saumont: le ossa sarebbero di Gianpiero Ugolin
Vicino alla soluzione il mistero del ritrovamento di un teschio e frammenti ossei nell'area di addestramento del Parco Saumont; manca solamente l'ufficialità degli esami
Sarebbe molto vicino alla soluzione il mistero riguardante i resti umani ritrovati nell’area addestrativa di regione Saumont. Manca ancora l’ufficialità delle analisi sul teschio e sull’osso lungo rinvenuti, ma secondo quanto appreso da Gazzetta Matin, questi apparterrebbero a Gianpiero Ugolin, il pensionato delle poste, classe 1947 e appassionato fotografo, su cui si erano concentrate le attenzioni degli inquirenti. Le cause del decesso sono ancora al vaglio degli investigatori, ma tra le varie ipotesi sul tavolo sembrerebbe prendere piede quella del suicidio.
Il caso
La probabile soluzione arriva a distanza di oltre due mesi dalla causa scatenante. Lo scorso 11 gennaio, infatti, un alpino nel corso di un’esercitazione, era incappato in alcuni resti umani ai piedi di una parete rocciosa, nelle vicinanze del poligono, denunciando subito la cosa al Nucleo investigativo dei carabinieri del Gruppo Aosta. Le indagini, guidate dai pm della procura di Aosta Luca Ceccanti e Carlo Introvigne, si erano presto indirizzate proprio sul nome di Gianpiero Ugolin, cancellato dall’anagrafe aostana il 25 settembre 2017, in quanto sottoposto a sfratto dalla abitazione in cui viveva, perché irreperibile. Accanto ai resti, in una sacca (vicino a una scarpa da tennis, a scampoli di tessuto e a una bottiglia di whiskiy), era stata ritrovata anche una pistola (simile a una Derringer), intestata proprio a Ugolin, che possedeva un permesso di detenzione (non valido per poter portare in giro l’arma).
Le indagini
Le verifiche, in ogni caso, hanno impegnato non poco gli inquirenti, in quanto, all’epoca della scomparsa, Ugolin avrebbe dovuto essere in India per realizzare uno dei tanti reportage che lo avevano reso personaggio molto conosciuto nell’ambiente. Passati al setaccio documenti aerei, frontiere, e quant’altro potesse dare un responso in merito al possibile viaggio, la Procura di Aosta aveva poi incaricato il medico legale Mirella Gherardi dell’analisi del teschio e dei frammenti ossei, mentre ai Ris di Parma erano stati commissionati gli esami del Dna.
(alessandro bianchet)