Casinò di Saint-Vincent: il cda si è dimesso
Si ipotizza la richiesta di un concordato preventivo in bianco
Il cda del Casinò di Saint-Vincent ha rassegnato le sue «irrevocabili dimissioni» nella mattinata di oggi, venerdì 27 ottobre, «ritenendo di aver adempiuto al nostro mandato e, per gli scenari che dovrà affrontare la società, invitando i soci a individuare nuove figure professionali che dovranno svolgere il proprio incarico come organo amministrativo in un’ottica concorsuale» si legge nella lettera di dimissioni del presidente Manuela Bruson, Sara Puglia Mueller e Maurizio Scazzina. I tre professionisti le hanno comunicate durante una riunione con l’assessore alle Finanze Stefano Aggravi allargata ai capigruppo consiliari.
Si ipotizza la richiesta di concordato preventivo in bianco
L’assemblea dei soci della Casinò de la Vallée spa nominerà a breve un commissario per seguire la procedura di concordato preventivo “in bianco”.
Il concordato preventivo con riserva, detto anche concordato preventivo in bianco è una procedura concorsuale alternativa al fallimento che consente all’imprenditore, società o ente di godere immediatamente degli effetti che derivano dalla procedura concordataria. E’ stato introdotto nella legge fallimentare grazie al cosiddetto Decreto Sviluppo 83/2012 e offre al debitore, la facoltà di depositare un ricorso per concordato con una domanda ‘incompleta’, sia del piano che della proposta.
Il legislatore ha tuttavia introdotto l’obbligo di presentazione dei bilanci degli ultimi tre esercizi e dell’elenco nominativo dei creditori, con l’indicazione dei rispettivi crediti. Sarà il giudice a fissare un termine entro il quale (tra sessanta e centoventi giorni – prorogabile di altri 60 giorni in presenza di giustificato motivo) il debitore deve presentare il piano concordatario o un piano di ristrutturazione ed eventuale altra documentazione.
Procedura rapida
Questa ‘agevolazione’ consente al debitore di non aggredire ulteriormente il proprio patrimonio, con conseguente aggravarsi della situazione di crisi. Una volta presentata la domanda, questa viene pubblicata nel competente Registro delle imprese a cura del cancelliere, entro il giorno successivo al deposito in cancelleria. Dal momento della pubblicazione decorrono in via immediata gli effetti protettivi che si sarebbero realizzati con la presentazione della domanda di concordato completa.
Chatrian, nulla di nuovo
Così il capogruppo di Alpe Albert Chatrian al termine della lunga riunione a Palazzo regionale che ha visto le dimissioni, dopo appena 16 giorni, della nuova governance della casa da gioco. «Al di là delle dimissioni c’è stato un aggiornamento. Noi avevamo una fotografia al primo agosto 2018 e poco si sposta. E’ il segreto di pulcinella. Nessuna novità La tensione finanziaria c’era e c’è tuttora. I debiti pregressi sono aumentati in questi due mesi e mezzo come il governo Spelgatti ben sa».
Marquis, preso atto
«Preso atto di quanto è stato rappresentato dal cda. Ciascuno sarà chiamato alle proprie responsabilità, ci sono decisioni che devono esser prese. Il cda ha verificato la situazione e rassegnato dimissioni, rimettendo la palla nelle mani dell’azionista». Lo ha detto Pierluigi Marquis (Stella alpina).
Debiti oltre i 10 milioni
Ribadisce Chatrian: «nessuna nuova. Si doveva intervenire prima riducendo i costi e a quel punto il socio, la Regione, avrebbe potuto sostenere il rilancio dell’azienda. Qualcuno è caduto dal pero ma i dati c’erano nero su bianco. I debiti pregressi al 3 agosto erano a 9 milioni e mezzo oggi toccano i 10 milioni 900 euro che sono costituiti da arretrati verso i fornitori e tasse non pagate. La tensione finanziaria era nota. Nessuno avrebbe messo un euro di denaro pubblico senza cambiare le regole del gioco».
Cgil, gli interrogativi
«Ci chiediamo a questo punto che bisogno ci fosse di nominare tre figure di spicco, che arrivano dall’Università Bocconi, se poi la decisione si rivela il concordato preventivo. Oltre tutto. Si continua a giocare sulla pelle dei lavoratori. Evidenziamo il perpetuarsi di un atteggiamento irrispettoso da parte della politica regionale. A questo punto ci chiediamo chi sarà ad assumersi l’onere dei tagli sul personale e delle misure per contenere le perdite? Quali saranno le azioni per mantenere almeno gli attuali ricavi?»
(da.ch.)