Trasporta 11 clandestini e si schianta con il furgone, condannato
Favoreggiamento all'immigrazione clandestina: il Tribunale di Aosta ha condannato a 2 anni di reclusione e a 123 mila euro di multa il passeur che, nel mese di ottobre, si era schiantato con il furgone mentre trasportava undici uomini di etnia curda.
Favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Questa l’accusa a cui ha dovuto rispondere Salvatore D’Urso, nella mattinata di mercoledì 23 gennaio, davanti al Tribunale di Aosta.
I fatti
Durante l’udienza, è stata ascoltato il carabiniere che ha eseguito l’arresto del passeur. Secondo quanto riferito in aula dal militare, in una notte di fine ottobre, intorno a mezzanotte, la volante avrebbe incrociato «un furgone che procedeva zigzagando nel senso di marcia opposto». Il furgone avrebbe quindi «invaso la nostra corsia» e solamente la prontezza di riflessi dell’autista «ha evitato la collisione». La pattuglia avrebbe quindi fatto inversione, partendo all’inseguimento del veicolo: «L’inseguimento è durato poco – ha riferito l’agente -. Il veicolo procedeva ad alta velocità e si è schiantato». Dopo l’impatto, il militare si sarebbe avvicinato al furgone e «dal portellone laterale sono uscite undici persone, che si sono date alla fuga». Tuttavia, i carabinieri sarebbero riusciti a fermare tutti i “passeggeri” del furgone. Il militare ha poi spiegato che, dopo l’incidente, l’imputato avrebbe sostenuto di essere un israeliano e di non essere in possesso dei documenti d’identità.
Il patteggiamento
Dopo aver ascoltato la deposizione del carabiniere, è stato ascoltato l’imputato. «Dopo essere uscito dal carcere di Asti – ha spiegato D’Urso -, mi sono recato a Torino», dove avrebbe incontrato un signore chiamato «Il Turco». Quest’ultimo avrebbe chiesto all’imputato di condurre un furgone fino a Courmayeur, per un compenso di 500 euro. Riguardo alla dinamica dell'”incontro” con l’auto dei carabinieri, D’Urso ha precisato che «il furgone era grande. Ho tagliato la curva, ma non avevo intenzione di speronare i carabinieri». Inoltre, l’imputato ha negato il fatto di aver detto di essere israeliano: «I carabinieri di Courmayeur mi conoscono».
L’accusa e la difesa hanno poi deciso di procedere con il patteggiamento. Il pm Eugenia Menichetti, tenuto conto delle attenuanti e delle aggravanti, ha chiesto la condanna a 2 anni di reclusione. I giudici Marco Tornatore, Eugenio Gramola e Maurizio D’Abrusco hanno confermato la richiesta del pm.