Corte dei conti: Fosson non tentò di nascondere una parte di patrimonio al sequestro
Si chiude la questione relativa alle azioni revocatorie richieste dalla Procura nei confronti di Rollandin, Fosson, Isabellon e Restano.
Antonio Fosson, Augusto Rollandin, Claudio Restano e Giuseppe Isabellon non tentarono di celare una parte di patrimonio al sequestro relativo all’inchiesta sui 140 milioni di euro erogati a favore del Casinò di Saint-Vincent. Lo hanno stabilito i giudici Pio Silvestri, Paolo Cominelli e Alessandra Olessina.
La posizione di Fosson
La Procura della sezione regionale della Corte dei conti chiedeva che fosse revocata la donazione di 10 immobili che l’attuale presidente della Regione aveva posto in essere a favore dei figli. L’atto notarile relativo all’atto è del gennaio 2017, quindi risale a un momento antecedente alla ricezione dell’invito a dedurre nell’ambito dell’inchiesta che, nel mese di novembre, aveva poi portato alla condanna in primo grado di vari consiglieri regionali (ed ex). In particolare, i beni erano stati donati ai tre figli attraverso la cessione della nuda proprietà con riserva di usufrutto. I giudici hanno evidenziato come possa essere «verosimile» che, «vista la situazione famigliare e le condizioni di salute» di Fosson (che nel 2016 aveva avuto un infarto) la donazione mirasse «soltanto a tutelare i figli».
Respinte anche le altre azioni revocatorie
Mentre sulla posizione di Rollandin e Restano la Corte si era già espressa (respingendo l’azione revocatoria), oggi, giovedì 7 marzo, i giudici hanno respinto anche l’azione revocatoria che era stata promossa dalla Procura nei confronti di Giuseppe Isabellon.
(re.newsvda.it)